• Home
  • Works
  • Destinations
    • servizi digital
    • grafica
  • Travellers
  • Journal
  • Contacts
  • Skip to main content
Flyingminds

Flyingminds

Agenzia di comunicazione

Advertising

Hans Brinker Budget Hotel Amsterdam: ai confini del worst advertising

1 Giugno 2018

Forse in Italia il nome “Hans Brinker Budget Hotel Amsterdam” non risuona alle orecchie dei più: si tratta, infatti, di un ostello nel cuore di Amsterdam. Eppure, se mai vi fosse capitato di imbattervi in una delle loro campagne pubblicitarie, siamo sicuri che vi tornerebbero in mente. Ma la storia non finisce qui: Hans Brinker Budget Hostel è diventato il feticcio di una particolare tipologia di campagna pubblicitaria, il worst advertising.
Se siete abituati, quindi, a parlare di amenities quando andate per soggiorni, e se siete fermamente convinti che call to action, actives e brainstorming ultra-creativi tirino fuori solamente core positivi, bene: è arrivato il vostro momento per abbandonare ogni certezza!

Dal 1996, l’incubo si ripete

Campagne advertising che puntano il tutto per tutto sull’iper-realismo, non solo comunicativo: in oltre venti anni, Hans Brinker Amsterdam Budget Hostel è stato dipinto come uno dei peggiori posti al mondo in cui alloggiare, proprio dalle loro campagne advertising, video e affissioni, fino ad approdare al web.
Il tutto a cura di KesselsKrammer, agenzia pubblicitaria e creativa olandese, che vanta Brinker come uno tra i suoi storici e più affezionati clienti.
Immagini di disservizi continui, in montaggi video ritmati, che quasi ricordano, per certi versi, la comicità dei Monty Python, fino a strizzare l’occhio alle campagne di sensibilizzazione contro alcool e droga, passando per l’ecologia: una combinazione assertiva di immagini dissacranti, surreali, e payoff che Don Draper della serie Mad Man avrebbe certamente approvato.

Ecologia: imprescindibile per ogni ostello che si rispetti

KesselsKramer ha sviscerato il peggio di ciò che ci si potrebbe aspettare da un ostello, inserendolo in un contesto – o meglio, un pretesto – ecofriendly. Perché spesso, le aspettative superano la realtà.
Ecco che così le scale diventano un ascensore ecologico, e una tenda diventa un asciugamano perfetto per chi ha un animo green. E, sempre parlando di sensibilizzazione, l’affissione “check in – check out”, che rispecchia i canoni di una campagna sociale contro le dipendenze, mettendo in luce tutto il peggio del brand sul volto di una povera ospite.

Upgrade a portata di budget

Dopo il focus ecofriendly, ecco che arrivano gli upgrade: non possiamo ancora parlare di “amenities”, ma – a quanto pare – nella ADV fiction parallela al mondo reale di Hans Brinker Budget Hostel, si stanno attrezzando.
Nasce così una serie di campagne video focalizzate sui finti miglioramenti della struttura: dall’ascensore, alla tazza del caffè. “Dopo oltre due decenni in cui abbiamo affermato di essere il peggior ostello del mondo, l’Hans Brinker Budget Hotel ha finalmente realizzato che poteva spingersi oltre e tantomeno… più in alto”, dice il team creativo di KesselsKramer, per presentare questa nuova versione degli spot.

Il like su Facebook? Una minaccia seriale

Hans Brinker Budget Hotel sbarca sui social: essere a passo coi tempi è facile, soprattutto se vuoi che la tua stanza venga pulita, o se vuoi garantirti un riposo sereno.
“Dopo anni trascorsi a costruire la reputazione di ‘peggior hotel del mondo’, Hans Brinker Hotel sta cercando di diventare l’hotel ‘più simpatico del mondo'” narrano in KesselsKramer.
Come? “Chiedendo a chiunque di mettere un like al loro cibo terribile, ai pessimi servizi di reception”.
Grafiche cubitali, colori particolarmente sgargianti, e un video degno del Dogma 95: resistere al pollicione blu è impossibile.

Esperienze condensate, da Hans Brinker

Il meglio del peggio, condensato in mini-spot da poco più di 15 secondi – un timing a misura di attenzione post-avvento di internet – dove un montaggio serrato narra tutto ciò che si può fare in questi ostelli: dal dormire, alla doccia, fino all’hamburger. Suoni ripresi dalla quotidianità e nessun voice over vanno ad accentuare il disagio e l’inospitalità di questi ostelli, per un effetto finale che arriva e colpisce.
Ecco come si delineano le peculiarità di una fantastica serie di campagne di “worst ADV“: un corrispettivo continuo con la realtà, messa in luce nei suoi punti più deboli, accompagnata da claim e payoff dissonanti. Iperrealismo e pretese, per una sorta di fiction-non fiction, assolutamente divertente e memorabile, con livelli di creatività e, al contempo, di semplicità davvero ammirevoli.

E ora non ci resta che prendere il primo volo per Amsterdam, e scoprire se il Hans Brinker Budget Hotel sia davvero come ce l’hanno descritto.

Articoli recenti

  • Bill Bernbach: una rivoluzione creativa che ha ancora tanto da insegnare
  • Immagini, advertising, responsabilità: gli errori imperdonabili delle maison di moda
  • Think Sustainably ed Ecosia: quando la tecnologia è amica dell’ambiente
  • Facebook e il cattivo rapporto degli algoritmi con il nudo artistico
  • Siks Adv firma #sempreconte, la nuova campagna abbonamenti U.C. Sampdoria

Filed Under: Advertising

Chiquita: cambia l’ADV, ma il bollino no. Storia di un brand e la sua riconoscibilità

4 Maggio 2018

Come può una semplice banana diventare l’oggetto della curiosità di milioni di acquirenti? Semplice: attraverso un bollino, un jingle ammiccante, e un testimonial inventato per l’occasione.
Chiquita è l’evidente testimonianza che un insieme di singoli elementi di branding – ben studiati e certamente distintivi- formano quell’immagine in grado di cambiare la storia di un prodotto tra i suoi competitor.
Non solo: il famoso bollino blu è stato protagonista di una serie di advertising cartoon e dall’azzeccatissimo sapore esotico, entrati in maniera preponderante nella storia della pubblicità. Percorriamone, quindi, la storia a ritroso, ripartendo dall’ultima riformulazione di concept della storica ADV datata… 2018!

Anche il 2018 del bollino porta la firma di Armando Testa

Notizia recentissima: come riporta Pubblicità Italia, il 23 aprile scorso è uscita la nuova campagna pubblicitaria Chiquita firmata dal colosso della pubblicità italiana.
L’inconfondibile jingle accompagna il concept di un prodotto “sano” e “buono”, e il bollino raccoglie questi due concetti a livello grafico, in un gioco di equilibrio, una vera e propria bilancia, tra i due vertici del frutto. Fino al payoff finale, “Chiquita è sempre la scelta migliore”, che accompagna alla conclusione con il claim storico “10 e lode”.
Una rivisitazione che resta nella zona di comfort del prodotto: stessi colori, stessi soggetti, stesse melodie, che confermano la storicità di una comunicazione di brand ormai universalmente riconosciuta… e riconoscibile.

2011 e 2015: tra Minions e sorrisi

Gialla, blu e solare: tratti in comune con i piccoli protagonisti di “Cattivissimo me”. Non solo: il brand del frutto più famoso al mondo, punta al cuore e all’allegria con una serie di video ADV dal titolo “Just smile”. Una serie di mini video che raccontano, attraverso un sapiente montaggio, il sorriso di tanti protagonisti: la banana più famosa al mondo è, ovviamente, la protagonista delle espressioni di gioia, in tutti i suoi elementi, bollino compreso. Il tutto accompagnato da un’ulteriore rivisitazione del jingle cantato dalla storica protagonista che porta il nome del brand. Il risultato? Un’ondata di allegria e di vicinanza a quella che è la quotidianità del consumatore.

Ma chi era Chiquita, in origine?

Chiquita, come può ricordare il tratto che raffigura la mitica ballerina caraibica, era un personaggio cartoon: una banana dal sapore e dalle vesti carioca protagonista di una serie di cartoni animati americani datati anni ’40. Il successo del personaggio fu tale che la United Fruit Corporation decise di adottarla come soluzione di identificazione del brand. E da lì nacque la leggenda.
Solo nel 1967 la banana danzerina lasciò vesti e cesto a una figura umanizzata, sensuale ma sempre riconducibile al prodotto.
Una costante, come abbiamo detto, è quella del jingle: rivisto, corretto, attualizzato, il suo sapore vintage e orecchiabile – quello delle Terry Twins, duo swing degli anni ’40 – è sempre rimasto invariato, nelle note e nel mood.
Proprio come i colori del brand che accompagnano il leggendario frutto da oltre 50 anni e sono elemento distintivo, d’altronde, di tutti i colossi commerciali d’oltreoceano.

E così, la storia di un brand riconoscibile e diventato, ormai, una figura retorica – metonimia e sinestesia, a pari merito di Scottex e Rimmel  -. Il tutto, grazie a una comunicazione azzeccata, che si è storicamente fatta spazio nell’immaginario comune del consumatore. Trasformato sì, ma mai stravolto, per un popolo di seguaci dell’adv affezionati alle note esotiche che questo prodotto ha portato nella storia delle pubblicità.

Articoli recenti

  • Assistenti vocali, fra multitasking e SEO vocale
  • Spotify, la musica è cambiata
  • Treccani e i meme: divulgare cultura al tempo dei social
  • I social di Treccani e la cultura dei meme
  • TikTok: come funziona l’app che fa “tremare” Instagram
  • Bill Bernbach: una rivoluzione creativa che ha ancora tanto da insegnare
  • Immagini, advertising, responsabilità: gli errori imperdonabili delle maison di moda
  • Think Sustainably ed Ecosia: quando la tecnologia è amica dell’ambiente
  • Facebook e il cattivo rapporto degli algoritmi con il nudo artistico
  • Siks Adv firma #sempreconte, la nuova campagna abbonamenti U.C. Sampdoria

Filed Under: Advertising, Campagne Marketing

Fragrances ADV: campagne pubblicitarie dal profumo inconfondibile

19 Aprile 2018

Nel mondo dell’ADV, la moda, il fashion, e il suo vastissimo sottobosco delle fragranze, sanno essere una fucina di spunti: coreografici, controversi, accattivanti, con campagne che portano la firma, gli scatti e i cut dei migliori fotografi e videomaker del mondo.
Addentriamoci, quindi, in un piccolo grande viaggio all’interno delle migliori campagne delle maison couturières e dei loro profumi.

Marc Jacobs: Instagram, quando ancora non c’era

Il designer Marc Jacobs ha creato, con il fotografo Juergen Teller, una campagna ADV fatta di semplici scatti dall’estetica – oggi – molto identificabile, filtrata e davvero poco patinata: una campagna che sembra parlare di Instagram, oggi, e dei suoi filters. Il tutto però, avvenuto nel 2002, ben 8 anni prima del grande avvento del social network che alla moda, e alle sue celeb, ha dato una spinta clamorosa.
Soggetto dell’advertising è la fragranza Daisy by Marc Jacobs, e il volto protagonista, forse il più iconico, è quello della regista Sofia Coppola, tra bagni in piscina e candide lenzuola.

Chanel: i mini blockbuster per la fragranza storica della maison

La maison Chanel, per la mitica fragranza Nº 5, utilizza, storicamente, invece, una tecnica completamente opposta a quella di Jacobs, con campagne ADV caratterizzate da mini blockbuster, veri e propri cortometraggi che hanno iniziato a essere prodotti negli anni ’70, quando Ridley Scott ha diretto l’allora volto della fragranza, Catherine Deneuve, passando per Alain Delon, indimenticabile protagonista a bordo piscina per l’Eau Savage.
Memorabile, infine, lo spot datato 2004, dove il binomio con Nicole Kidman-Baz Luhrmann (regista di Moulin Rouge) ha dato vita a un corto di tre minuti costato ben 102 milioni di dollari.

Calvin Klein: ADV, androginia e scalpore

Calvin Klein è da sempre amante della controversia per quanto riguarda la sua comunicazione: a partire dal 1981, quando la sedicenne Brooke Shields ha confessato al mondo che “non c’era niente tra lei e i suoi Calvin’s” (ovvero, i suoi jeans).
Quel concetto di barely legal ritorna preponderante nelle campagne advertising, fotografiche, e contrastanti nel loro bianco e nero elegante e quasi bon ton, prima per CK One (1991), e poi per Obsession, la fragranza lanciata nel 1993 con una giovanissima Kate Moss, testimonial androgina, in grado di personificare uno dei mood fotografici, nel mondo della pubblicità fashion, tra i più persistenti.

Yves Saint-Laurent si mette a nudo

Lo dice il nome stesso della fragranza: “pour homme”. E Yves Saint-Laurent, fashionista e mitico stilista, nel 1971, decise di promuovere il profumo posando per il famoso fotografo Jeanloup Sieff completamente nudo.Una scelta che oggi non farebbe battere ciglio al più puritano degli osservatori ma che, a quel tempo, suscitò molto scalpore. Una fotografia elegante, pulita e sobria, dove la nudità in posa statuaria del designer ha dato origine a una serie di sequel contemporanei: nel 2001, il nuovo direttore creativo di YSL, Tom Ford, ha replicato questo annuncio iconico per la nuova fragranza M7 con il modello Sam de Cubber ripreso, completamente nudo, in posizione frontale. Un omaggio, ancora più ardito.

Scalpore, bellezza, idee: la linfa dell’ADV della moda, e del mondo delle fragranze, sa raccontare, ispirare, farsi ricordare, senza cambiare mai – nel corso dei decenni – la sua impronta.

Articoli recenti

  • Immagini, advertising, responsabilità: gli errori imperdonabili delle maison di moda
  • Think Sustainably ed Ecosia: quando la tecnologia è amica dell’ambiente
  • Facebook e il cattivo rapporto degli algoritmi con il nudo artistico
  • Siks Adv firma #sempreconte, la nuova campagna abbonamenti U.C. Sampdoria

Filed Under: Advertising, Campagne Marketing

Samp: la passione diventa un progetto creativo

5 Aprile 2018

Se ti diciamo “calcio”, a cosa pensi? Probabilmente a cori, spalti, bandiere, derby e partite; forse a quel sogno dell’infanzia dove già ti vedevi un fantasioso centrocampista.
Tutto questo immaginario, così vivido, che ti accompagna per una vita, proprio come la passione per la tua squadra del cuore, fa sempre capo a un immaginario creativo: icone, colori e strategie che devono essere silenziose ma vivide, per entrare nella mente e nelle emozioni di ogni tifoso, alimentando la sua sete di vittoria.
“Chi lavora per il calcio può lavorare in ogni settore”, ci ha detto un giorno il marketing manager della Samp: da ormai 7 anni, qui in Siks, trasformiamo la passione blucerchiata in un lavoro. Siamo l’agenzia partner che produce Samp tv, l’advertising creativo per le campagne abbonamenti e tutte le attività di comunicazione come la personalizzazione di Casa Samp.
La Samp ci insegna quotidianamente a lavorare in un ambiente complesso, grazie alla forte necessità, tipica di questo ambito, di rimanere sempre aggiornati, superando le competenze pregresse.
Quello che si direbbe one step beyond.
Ma la Samp è la passione di una vita, che cerchiamo di trasmettere e animare – per esempio – con i payoff che accompagnano le campagne abbonamenti e che sprigionano l’amore per il team blucerchiato: “La nostra maglia, seconda pelle”, 2012-2013; “C’ero, ci sono, ci sarò” per il 2014-2015, e “Non ciò che vedi, ma ciò che vivi”, 2015-2016. Tutto, rigorosamente, in una combinazione inscindibile con le cromie tipiche della squadra.
Un progetto che non dà confini alla creatività: oltre alle campagne, infatti, abbiamo creato un cartone animato per celebrare l’anniversario della vittoria dello scudetto. Un lavoro completo che ha coinvolto tutti i noi in agenzia: da chi ha disegnato i personaggi, somiglianti alle vecchie glorie; chi ha realizzato gli sfondi scenografici, chi ha animato e montato, fino al sound designing e al voice over di Ricky Tognazzi. Ecco qui il risultato del nostro lavoro:

Un lavoro che ci diverte, ci entusiasma, che a volte si pone come una grande sfida, e per il quale cerchiamo sempre, tra un passaggio e l’altro, di trasformare un assist in una rete. 🙂

Articoli recenti

  • Immagini, advertising, responsabilità: gli errori imperdonabili delle maison di moda
  • Think Sustainably ed Ecosia: quando la tecnologia è amica dell’ambiente
  • Facebook e il cattivo rapporto degli algoritmi con il nudo artistico
  • Siks Adv firma #sempreconte, la nuova campagna abbonamenti U.C. Sampdoria

Filed Under: Advertising, Campagne Marketing

Bonus Pubblicità: la buona notizia che aspettavi per i tuoi investimenti in ADV

22 Marzo 2018

Nuove detrazioni anche per il mondo dell’advertising: dopo le prove magistrali datate 2017 – dove l’articolo 57 bis del Decreto Legge 50/2017 aveva dato una prima voce al credito d’imposta – oggi, chiunque voglia investire in pubblicità, può beneficiarne in modalità estesa e senza troppi vincoli. Curioso? Allora ti raccontiamo qualcosa di più.

Ma cos’è il credito di imposta?

Te lo spieghiamo brevemente, cosicché tu possa comprendere a pieno le sue molteplici possibilità per il tuo brand o la tua impresa, che non può più accontentarsi del passaparola, e che desidera un tam-tam mediatico: il credito d’imposta, detto anche Bonus Pubblicità, è un’agevolazione fiscale sugli investimenti effettuati in campagne pubblicitarie che copre dal 75 al 90% della somma investita. Ne possono beneficiare diverse categorie: dai lavoratori autonomi, alle imprese, fino agli enti non commerciali, come le associazioni.

Quali costi pubblicitari copre il nuovo credito di imposta?

Grazie al DL 50/2017 puoi investire in spazi pubblicitari, affissioni, ma anche inserzioni e publiredazionali sulla stampa locale, regionale o nazionale, fino all’online, passando per spot radiofonici o pubblicitari. Il tutto tramite una ricompensa che verrà versata attraverso un pratico modello F24. Puoi beneficiare di questi crediti per tutto il 2018!

Come beneficiare del Bonus Pubblicità?

Basterà inviare una domanda al Dipartimento per l’Informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri attraverso richiesta telematica pre-investimento, una volta che avrai creato un piccolo plan di investimento e spese, per ottenere poi il credito. Credito che, però, deve essere superiore almeno dell’1% rispetto agli investimenti pubblicitari effettuati nell’anno precedente. Quindi, il credito di imposta, ti dà la possibilità di coprire queste spese per la promozione anche se nell’anno successivo hai investito poco, o nulla.

Un iter semplice e una grande opportunità per tutti: farsi conoscere non è mai stato così semplice. Se desideri saperne di più e realizzare con noi la tua campagna creativa, contattaci!

Articoli recenti

  • Bill Bernbach: una rivoluzione creativa che ha ancora tanto da insegnare
  • Immagini, advertising, responsabilità: gli errori imperdonabili delle maison di moda
  • Think Sustainably ed Ecosia: quando la tecnologia è amica dell’ambiente
  • Facebook e il cattivo rapporto degli algoritmi con il nudo artistico
  • Siks Adv firma #sempreconte, la nuova campagna abbonamenti U.C. Sampdoria

Filed Under: Advertising, Campagne Marketing

San Valentino: campagne ADV tutte da amare

14 Febbraio 2018

San Valentino ha bussato alle porte di Siks ADV, e noi l’abbiamo accolto, lasciando che la sua atmosfera permeasse l’agenzia. Già, proprio San Valentino, la festa degli innamorati, che si rivela, per brand e agenzie pubblicitarie, un’occasione golosa con cui celebrare la creatività – e l’amore verso di essa – attraverso immagini, concept, campagne e payoff. E noi di Siks, colpiti dal dardo, abbiamo selezionato i nostri cinque spot preferiti: originali, scardinanti, commoventi, d’antan e… contro gli epic fail.
Pronti a innamorarvi con noi?

L’amore ai tempi dei motori di ricerca: Google e “Parisian Love”, 2013

Google, nel 2013, ha creato questa campagna di video advertising davvero originale e che tiene conto della natura del motore di ricerca più utilizzato (e amato) al mondo, dal titolo Parisian Love: battute digitate a ritmo di accordi di pianoforte in minore, e un magico incontro tutto scritto nella tab di ricerca di Google. Mr. G. ha, evidentemente, un grande talento anche nel coltivare storie d’amore: come dice il titolo “Parisian Love”, che ci piace tradurre con “un amore parigino”, il colosso della Silicon Valley mostra il suo lato romantico, attraverso uno spot davvero molto semplice nella sua architettura e che detta, in un solo campo di digitazione, tutte le tappe di una storia d’amore. Un video essenziale, ma a cui non manca nulla per essere reputato uno tra i migliori spot – realizzato appositamente per il web – di San Valentino.
Dedicato agli amanti della semplicità.

Heineken: innamorati, assetati, esagerati. “The date”, 2011

Tanta azione, e tanto ritmo: Heineken, prodotto che per lo più si rivolge a un target verosimilmente maschile, nel 2011 ha ideato lo spot The date, dedicato al giorno degli innamorati, con un pizzico di swing per farsi ricordare nei lustri a venire. Uno spot decisamente ad alto budget, che mescola mood da film campione di incassi, con riferimenti d’azione a Tarantino e a Bollywood: commissionato dal Global Manager Heineken, Sandrine Huijgen, e supportato da una forte campagna social, lo spot ha visto una programmazione televisiva europea che è andata ben oltre il periodo degli innamorati. Una trama semplice, ma spettacolare: lui, che oltre a inseguire la sua amata, insegue anche la sua birra preferita. Uno spot barocco, ricco e davvero a effetto.
Dedicato a chi non ama starsene con le mani in mano.

Nostrano romanticismo d’antan. Baci Perugina, 1974

Baci Perugina, nel 1974, ancora ai tempi del Carosello, lancia uno spot pubblicitario innovativo, e che strizza l’occhio alla Nouvelle Vague: non propriamente ideato per la festività degli innamorati, ecco un cortometraggio dove, attraverso un continuo incrociarsi di primi piani cinematografici, prende piede l’incipit di una storia d’amore. Tra una folla di amici, lui e lei si conoscono. Nessuna dichiarazione plateale, tanti sguardi e forse qualche dubbio. Ma l’amore viene presto suggellato sul leitmotiv “I baci – lo sapevi? – Sono parole“, payoff poetico che non riesce, comunque, a mettere in secondo piano la gigantesca scatola di cioccolatini protagonista del finale. Un apostrofo decisamente romantico questo, che precede l’advertising di brand degli anni ’80, così vivido, rumoroso, e decisamente meno valentiniano.
Dedicato ai nostalgici e ai mélo dei tempi che furono.

Pandora: come risollevarsi – con leggerezza – dal clamore dell’epic fail.

Non dimentichiamoci del brand jewelry italiano più amato nel mondo, reduce da un epic fail abbastanza chiacchierato: Pandora, in vista di questo San Valentino targato 2018, ha lanciato una collezione di gioielli tutta nuova, venduta in esclusivi concept store. Ma, ovviamente, a un nuovo prodotto sul mercato, il brand ha corrisposto una ricca campagna pubblicitaria, in collaborazione con l’agenzia McCann, che comprende una programmazione televisiva – in onda dal 4 al 10 febbraio con la versione condensed dello spot -, stampa, radio e digital, e che sembra voler parlare a un pubblico decisamente internazionale. Lei, bellissima e giovane, attende con trepidazione la sorpresa del suo lui. Riflette: “forse non è un tipo romantico, ciò che mi importa è che lui ci sia”. E, tra peluches giganti, bouquet circensi, carrozze con cavalli bianchi, quel “lui” arriva. E la porta in una lavanderia a gettoni. Ma l’epic fail è scongiurato da un lieto fine.
Dedicato a chi ama il web, e si sente ricambiato.

Quel lato romantico di Vodafone UK: “The kiss”, 2013

Concludiamo con una massiccia dose di romanticismo, e con qualche lacrimuccia (non troppo) velata: Vodafone, nel 2013, lancia in Inghilterra una campagna –  a cura dell’agenzia Grey London – davvero toccante e profonda, il cui nome è “Sealed with a kiss”, promossa sui social, con affissioni e, soprattutto, dal video per web e TV “The kiss”. Una carrellata di immagini che ripercorre le tappe di una vita insieme, tutte accompagnate dal sigillo del bacio. E, a chiudere la cornice di questo spot dal plot davvero semplice, come l’amore sa essere alle volte, e dove i primi piani si susseguono serrati, è il payoff “Good things should last forever“: “Le cose belle dovrebbero durare per sempre”. Un memento forte, che imprime una vena dolcemente malinconica a questo spot della più grande compagnia telefonica europea.
Dedicato ai temerari che non hanno paura di sciogliersi in lacrime.

Uno spot, un carattere preciso, un target da conquistare, e un messaggio da lanciare. San Valentino, nella pubblicità, sa scoccare dardi davvero accuminati, per colpire occhi, cervello, ma soprattutto il cuore, anche di quelli che sono più restii alle mille tentazioni della festa degli innamorati.

Articoli recenti

  • Assistenti vocali, fra multitasking e SEO vocale
  • Spotify, la musica è cambiata
  • Treccani e i meme: divulgare cultura al tempo dei social
  • I social di Treccani e la cultura dei meme
  • TikTok: come funziona l’app che fa “tremare” Instagram

Filed Under: Advertising, Campagne Marketing, Creatività Tagged With: viral video

  • « Go to Previous Page
  • Page 1
  • Interim pages omitted …
  • Page 6
  • Page 7
  • Page 8
  • Page 9
  • Page 10
  • Go to Next Page »

Copyright © 2025 Flyingminds Adv ·Via Giovanni Nizzola 2, 6900 Lugano (Ch) +41 919113517 · marketing@flyingminds.ch