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Flyingminds

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Agenzia di comunicazione

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Chi ha paura del nuovo algoritmo di Facebook? Una piccola guida ai cambiamenti.

8 Febbraio 2018

Il 2018 del mondo digital è esploso con una notizia a orologeria, che ha lasciato perplessi molti social media manager, giornalisti e utenti del mondo social media: il cambiamento dell’algoritmo di Facebook. Il tutto nasce da un post-missiva di Mark Zuckerberg, datata 12 gennaio, che spiega nel dettaglio le ragioni di questo drastico cambiamento che afferisce, soprattutto, alle pagine aziendali, di cui vi riportiamo una piccola traduzione:

Una delle nostre principali aree di interesse per il 2018 è quella di assicurarsi che il tempo che trascorriamo su Facebook sia tempo ben speso. Abbiamo creato Facebook per aiutare le persone a rimanere in contatto, avvicinandoci alle persone che ci interessano. Ecco perché abbiamo sempre messo gli amici e la famiglia al centro dell’esperienza.
Ma recentemente abbiamo ricevuto dalla nostra community  feedback sul fatto che i contenuti pubblici – post di aziende, marchi e media – stanno disturbando i momenti personali che ci portano a connetterci di più l’uno con l’altro.
Video e altri contenuti pubblici sono esplosi su Facebook negli ultimi due anni. Dal momento che ci sono più contenuti pubblici che post di amici e familiari, sembrerebbe proprio che nel feed delle notizie si sia persa la cosa più importante che Facebook può fare: aiutarci a connetterci gli uni con gli altri. Ci sentiamo responsabili nel garantire che i nostri servizi non siano solo divertenti da usare, ma anche utili per il benessere delle persone. […] Sulla base di questo, stiamo apportando un cambiamento importante al modo con cui costruiamo Facebook: stiamo cambiando l’obiettivo che offriamo nostri clienti di pagine aziendali, concentrandoci nell’aiutarti a trovare contenuti pertinenti per avere interazioni sociali più significative.
Abbiamo iniziato ad apportare cambiamenti in questa direzione l’anno scorso, ma ci vorranno mesi perché questa novità si faccia strada attraverso tutti i nostri prodotti. Le prime modifiche che vedrai saranno nel feed delle notizie, dove puoi aspettarti di vedere di più dai tuoi amici, familiari e gruppi. Mentre lo implementiamo, vedrai meno contenuti pubblici come post di aziende, marchi e media. E il contenuto pubblico che vedi di più sarà considerato allo stesso livello, poiché dovrebbe incoraggiare interazioni significative tra le persone.

Così, molti non sanno più se odiare, accantonare o se invece riconsiderare il social blu sotto altri aspetti e orizzonti. L’annuncio del nuovo algoritmo poi, non è stato visto di buon occhio nemmeno dal mondo finanziari, portando a un calo del 4,4% del titolo Facebook in Borsa. Molto brevemente, potremmo dire che questo algoritmo porta però una ventata di aria nuova, facendo sì che venga data maggiore importanza ai contenuti degli amici. Ma il pericolo contenuti scadenti è dietro l’angolo: infatti, il nuovo algoritmo tenderebbe a privilegiare contenuti dello stesso genere,in linea con le idee dei gruppi a cui ognuno appartiene, a scapito di contenuti eterogenei, rendendo la strada più spianata alle tanto temute fake news.

Ma quali sono, in concreto, i cambiamenti che questo algoritmo porterà alle pagine? E agli utenti privati? Partiamo proprio da loro;

  • come abbiamo appena affermato, dando maggiore risalto ai contenuti degli amici, i contenuti affini alle opinioni circolano con maggiore forza fra persone appartenenti a uno stesso gruppo (di amici);
  • proprio per questo, il nuovo algoritmo dichiara guerra alle fake news, grazie alla possibilità di segnalarle, e dando la possibilità di bloccare i profili personali di chi condivide post falsi;
  • il social creato da Mark  Zuckerberg è stato interessato da una diminuzione di contenuti pubblici e di condivisione di post pubblici, mentre sono aumentati gli scambi conversazionali e privati, con un incremento massiccio dell’utilizzo del Messenger (tanto che, ora, le aziende avranno la possibilità di far apparire i propri annunci anche qui);
  • il nuovo Feed profilerà maggiormente gli utenti: il controllo su questi dà la possibilità al social di venire a conoscenza, e catalogare, like, appartenenze, gusti e passioni;
  • infine, l’algoritmo farà apparire, a ogni nuovo log in, notifiche su like e commenti, invogliando così gli utenti a collegarsi al social più spesso, grazie a un effetto che nasce dal sentirsi apprezzati dai nostri amici e follower.

E per le pagine? Verranno favoriti i contenuti che creeranno maggiore interazione, che sapranno suscitare conversazioni e commenti, video in diretta in primis, a scapito di video e contenuti considerati più anziani e meno coinvolgenti, come – per esempio – le tanto amate gif.

  • Look and feel: l’obiettivo dei social è quello di rendere, anche visivamente, il NewsFeed più scorrevole, leggibile, per un’esperienza utente migliorata, dove i post legati a pagine aziendali  vengano visualizzati in maniera minore, a meno che non siano sponsorizzati: la media? Un post aziendale ogni 20 post del newsfeed degli amici;
  • Un colpo, questo messo in atto dal nuovo algoritmo, che era già annunciato dal feed esplora, passato piuttosto inosservato: la cosiddetta reach organica delle pagine aziendali era già stata messa a dura prova qualche mese fa. Infatti, questo Feed Esplora lasciava che nella home si potessero leggere solo post degli amici e contenuti sponsorizzati, dopo il crollo delle visualizzazioni organiche, del traffico organico, e delle interazioni datato 2016;
  • Facebook non è mai stato uno strumento gratuito. O, per lo meno, non lo è più da diversi anni. Oggi, il socia che registra il maggior numero di utenti attivi al mondo, è anche uno dei più potenti mezzi di digital advertising. Per questo, risulta sempre più necessario, attivare una buona strategia di investimento per essere visibili come pagine aziendali, promuovendo contenuti che abbiano valore e qualità.

Nulla di nuovo sul fronte occidentale, quindi: investire in ADV, cosa già necessaria da qualche tempo, ora diventa un’esigenza vera e propria, da calibrare e da inserire tra i propri business plan per non arrestare la reach e la visibilità della propria pagina. Ma non c’è da disperare: con le giuste skills e la consulenza giusta, ecco che anche questo scoglio si potrà aggirare, per salpare verso mari più tranquilli.

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Filed Under: Advertising, Facebook, Siks News, Social Media

Imparare, identità, crescita e fidelizzazione: il 2017 di Siks ADV, tra parole chiave e numeri.

28 Dicembre 2017

Se dovessimo racchiudere il 2017 in una massima – la letterina a Babbo Natale, ormai, è  fuori tempo massimo – potremmo citare un detto cinese che fa, più o meno, così:

 Imparare è un tesoro che seguirà ovunque il suo padrone

Una chiosa filosofica, per questo 2017 che riesce a essere la summa perfetta di questi 365 giorni assieme, qui in Siks ADV, dove la comunicazione non dorme mai.
E, se dovessimo fare un gioco, uno di quelli che si fanno dopo i cenoni, sulle tavole ancora imbandite, scegliendo le parole chiave di questo 2017, una di queste, sarebbe sicuramente “imparare”.

La prima parola: “imparare”

Perché? Perché imparare è stato alla base delle attività di questo anno: migliorare e approfondire le conoscenze è il miglior modo per riuscire a mantenere al proprio fianco i clienti, così preziosi, che sono parte delle nostre giornate, e che sanno insegnare, a loro volta, sempre qualcosa di nuovo.
Uno stimolo, questo, che portiamo avanti, arricchendolo con studio e dedizione, sperimentazione e applicazione delle teorie più recenti.
Un continuo aggiornamento, per mantenere le proprie radici sempre più forti e stabili.

La seconda parola: “identità”

La seconda parola, invece, potrebbe essere “identità”, concetto che si rifà al nostro logo: i loghi sono elementi spesso mutevoli, cangianti, oggetti di continui restyling, a seconda – anche – delle dinamiche lavorative e delle nuove expertise che si apprendono via via. Ma noi siamo legati a questo logo che abbiamo creato ormai 15 anni fa, che ci ha sempre rappresentati, e che continuerà a farlo nel tempo. Così, la piccola protagonista del logo di Siks ADV, la lettera del sanscrito “Na”, il cui significato è “oggetto dei sensi”, rappresenta per noi l’essenza della comunicazione in sé. Siks, il nostro nome, invece significa “imparare e insegnare”, il focus del nostro lavoro: impariamo continuamente da chi ha scelto di darci fiducia; e, al contempo, formiamo le nostre risorse e i nostri clienti. Uno scambio di reciprocità che permette di lavorare in armonia e con risultati che ci riempiono di soddisfazione.

La terza parola del gioco: “crescita”

Il 2017, per noi, è stato un anno di crescita, attraverso la quale abbiamo sviluppato maggiori competenze e il migliorato, giorno dopo giorno, il nostro lavoro, affinandolo e plasmandolo. Tutti gli anni, al momento del bilancio, ci troviamo cresciuti; ma, quest’anno, un po’ di più: il continuo mutamento della tecnologia e degli strumenti ci obbligano infatti a essere proattivi e realmente aperti verso il mondo esterno. Un’occasione, questa, che bussa quotidianamente alla porta di chi fa comunicazione.
Per questo abbiamo studiato e approfondito le nostre conoscenze, crescendo su diversi campi, come lo  sviluppo video e montaggio, l’aspetto social e di digital marketing, di cui l’intero staff si sta interessando.

La quarta parola: “fidelizzazione”

Tutto questo succede perché c’è chi ripone, quotidianamente, fiducia in noi, come vertice di quel processo che si chiama fidelizzazione, portato avanti con professionalità e ascolto, che non si arrende mai, nemmeno davanti alle complessità che certi lavori o certi clienti comportano, sempre spinti dalla volontà di fornire creatività e follow up a 360 gradi. Dalla cosmesi, al calcio, fino alla grande distribuzione: sono tanti i clienti che, da tanti anni, scelgono di restare con noi.

“Piccolo spazio pubblicità”: non solo parole, ma anche numeri

Questo è quello che diceva Vasco Rossi; ma Pier, il nostro account, preferisce affermare che “chi lavora per il calcio può lavorare in ogni settore”, riferendosi alle tempistiche serratissime che questo ambiente ha. E, da 10 anni siamo l’agenzia di Sampdoria Calcio: curiamo video della squadra con editing per la TV, creiamo l’advertising per le campagne abbonamenti, curiamo la personalizzazione delle giovanili di Casa Samp, dello stadio e  dei campi di allenamento.
Collaboriamo poi con ISHI,cliente nel mondo della cosmesi, che ci porta davanti a una sfida quotidiana ed emozionante: l’incontro delle dinamiche B2B con quelle B2C, con lancio prodotti nuovi, per il sonno, per l’idratazione, creando il giusto taglio di comunicazione anche per promozioni su centri estetici e sui trattamenti viso e corpo.
Nella grande distribuzione, hanno scelto di darci fiducia clienti come Kerotris, per cui curiamo la gestione della comunicazione nei punti vendita, per cui creiamo ADV e comunicazione in partnership con Bennet, per apertura dei punti vendita sul piazzale delle GDO.
E poi, ancora, Setti fireworks, che allestisce grandissimi spettacoli pirotecnici; Tierre group, con la gestione delle fiere, la creazione di un nuovo catalogo anno 2018 con più di 15.000 referenze, gestione e aggiornamento siti internet dei vari brand, progettazione del’ADV per i 20 anni di attività; fino a Vacchetti, per cui abbiamo curato, proprio in questi giorni, il catalogo natale 2017, e già programmato il catalogo estate 2018, con gestione degli shooting su differenti location, e post produzione.
Qualunque sia la strada che vorrai percorrere nel 2018, noi saremo qui, con soluzioni e idee creative per ogni bisogno comunicativo. Perché ci crediamo ogni giorno, accettiamo le sfide, impariamo e condividiamo: questa è l’essenza della crescita, e il nostro augurio per tutti voi.

Buone feste da Siks ADV!

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Advertising e censure: dal vintage a oggi, le campagne pubblicitarie che hanno creato scalpore

14 Dicembre 2017

Un curioso caso successo nei giorni scorsi ha portato la nostra attenzione, qui in Siks ADV, sul tema della censura, raccontato con dovizia di particolari da Finestre sull’Arte: Londra e Vienna si sono fronteggiate in un testa a testa vivo, acuto e divertente sul tema pruderie (legato alle nudità esposte nei quadri di Schiele, di cui si celebrerà il centenario della morte, censurati nella Metro della capitale inglese). Un discorso, questo, che ingloba censura, come abbiamo detto, ma anche arte e pubblicità, e che hanno determinato la risposta di Vienna attraverso affissioni dal gusto puramente advertising, corredate di payoff scardinante e hashtag. Insomma, una campagna di tutto rispetto in risposta a una censura fin troppo puritana.
Sì, perché è proprio la pubblicità a essere tuttora sottoposta a questa norma di controllo, e – quasi sempre – a scapito della sua originalità. Provocazione, irriverenza, a volte mancanza di pudore: tratti che hanno determinato il successo di alcune tra le campagne censurate che hanno maggiormente creato scalpore, e portato alla gloria art director, copywriter, fotografi e intere agenzie.
C’è di più: advertising, pubblicità, réclame. Diversi nomi, per un’anima unica che, dalla sua nascita – nel ridente periodo della Belle Époque –  ha visto cambiamenti di forma, di trasmissione del messaggio, per un obiettivo sempre cangiante: dalla semplice brand awareness, come i guru del marketing la chiamerebbero oggi, collegata alla vendita di un bene o un oggetto, puntando sulla sua bellezza, utilità e unicità (un esempio sono le magnifiche pubblicità Art Nouveau firmate da Giovanni Maria Mataloni e ora in mostra a Treviso), fino ai tempi moderni della censura di quei messaggi giudicati, alle volte, troppo ammiccanti, o fuorvianti, per la società.
E, se è pur vero che a Natale siamo tutti più buoni, oggi ci sentiamo un tantino cattivelli, e vi proponiamo la nostra personale selezione di advertising censurate in una carrellata tra anni ‘60, ‘90, 2000, attualità, nel panorama italiano ed internazionale.

United Colors of Benetton: galeotto fu il bacio…

La provocazione dell’anno 1991 è firmata, ça va sans dire, da Oliviero Toscani, che cura gli scatti di quasi tre decenni di campagne pubblicitarie dello storico marchio trevigiano. Una costante: il contrasto tra le tinte unite del marchio, candide protagoniste spesso anche delle advertising, in contrasto con i messaggi forti e mordenti che escono dai primi e primissimi piani del fotografo. Una pubblicità, questa del bacio a fior di labbra tra prete e suora, che ha scatenato le ire del Vaticano, e di numerose associazioni religiose tra Italia, Francia e Germania. Una mossa furbetta del brand che la censura, sia italiana che d’Oltralpe, non ha potuto non mettere a tacere.

Vintage e ammiccante: Chef Kenwood, 1963.

Dal payoff scelto dal brand americano di elettrodomestici da cucina – “I’m giving my wife a Kenwood” – al messaggio intrinseco di questa campagna pubblicitaria del sogno americano datata 1963: “Chef – il nome del robot da cucina –  fa tutto, tranne che cucinare. Ed è per questo che esistono le mogli” sembrerebbe esclamare il marito dall’espressione sorniona, mentre la moglie lo abbraccia, estasiata. All’epoca, questa pubblicità creò scalpore: non tanto per il messaggio che oggi definiremmo sessista e di genere, quanto per le espressioni audaci dei protagonisti dell’immagine unite a un payoff che ammicca ai doveri coniugali. Un intervento di censura mediatica, quindi, oltre a quella dei benpensanti d’oltreoceano dell’epoca.

“Choose one”: una sottile linea di accusa in difesa dei bambini

Restiamo sempre negli USA,ma passiamo ai giorni nostri : Moms Demand Action, un movimento di madri americane che richiede la tutela dei più piccoli su diversi fronti, ha commissionato nel 2016 questa campagna, dal titolo “Choose one”. Un messaggio chiaro, lampante: è più pericoloso l’ovetto Kinder – per via delle dimensioni delle «sorpresine» che possono essere ingoiate – o il fucile d’assalto impugnato dalla bambina e in dotazione all’esercito USA e acquistabile in ogni armeria del paese?
Paragone, questo, che non è piaciuto per nulla all’ente censorio americano figlio del Maccartismo e ancora oggi in vigore. Della stessa serie: il pallone da Dodgeball, e la fiaba di Cappuccetto Rosso. Il termine di paragone è, ovviamente, sempre l’AK47.

“Mental Wealth” – Playstation Sony, 1999

Tra uno zapping e l’altro, e tra i primi video di MTV Italia, è comparsa questa pubblicità, definita dall’ente censorio italiano pericolosa e non adatta a un pubblico facilmente impressionabile e minorenne. “Mental Wealth” era il titolo della campagna spot TV del lancio di Sony Playstation diretta da Chris Cunningam, notorio regista di video musicali dell’artista techno Aphex Twin, tradotta in Italia con “Ricchezza Mentale” e che vedeva il paragone tra una nuova ed esaltante esperienza di gioco, con un nuovo livello di conoscenza e di elevazione, quasi alienante. Complice un messaggio un po’ spinto, ma perfettamente in linea con lo spirito gaming del prodotto, lo spot è stato eliminato da ogni fascia pubblicitaria garantita dopo due mesi di trasmissione. Ma, nonostante questo, ha segnato una generazione.

Quasi 20 anni dopo, Playstation strikes again

A 20 anni di distanza Playstation Sony fa riparlare di sé, con una campagna decisamente meno acuta, meno sottile e molto più bonaria.

L’avete già fatto oggi? Scommetto che vi è piaciuto. Quante volte l’avete fatto ieri? Temete di farlo troppo spesso? Lo fate anche in camera, sotto le coperte? Preferisci la cucina o il bagno? O forse ti piace farlo in giardino?

Una serie di domande ammiccanti poste da una dottoressa provocante allo spettatore di là dallo schermo: 50 secondi di mosse feline che sono valsi una censura immediata. Per via del cattivo gusto, delle accuse di sessismo, il colosso Sony ha visto mutilata la sua campagna, non solo in Italia, dedicata al lancio del Remote Play, un sistema di gioco in streaming, cancellata anche dall’ormai puritano YouTube.

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ADV​ ​Christmas​ ​Carols:​ ​le​ ​advertising​ ​natalizie​ ​più​ ​belle​ ​di​ ​tutti​ ​i​ ​tempi​

7 Dicembre 2017

L’albero ormai è pronto, le luci brillano e qualcuno – tra i più tradizionalisti – spolvera le statuine del presepe; la lista dei regali è già stabilita, il menù dei grandi cenoni in fase di definizione: ecco la to-do list, in ordine più o meno sparso che, ogni anno, si ripete, per prepararsi al Natale con dovizia di spirito.
Ma l’atmosfera del Natale è racchiusa solo nelle piazze, negli addobbi e nelle strenne? Beh, noi che ci occupiamo di comunicazione la pensiamo un po’ diversamente, poiché troviamo lo spirito giusto soprattutto nell’advertising!
A 19 giorni da una delle feste più attese dell’anno, ci prepariamo così: con una carrellata delle pubblicità più belle, che hanno segnato la comunicazione delle festività e che, puntualmente, strappano emozioni, risate o qualche timida lacrimuccia. A partire dall’undici dicembre, sui nostri canali social (a proposito, hai iniziato a seguirci?) di Facebook e LinkedIn, troverai le migliori ADV di Natale da tutto il mondo, secondo Siks .
Ma anche il blog vuole la sua parte: dedichiamo quindi il nostro post settimanale ad alcune di queste campagne advertising natalizie che hanno, come capisaldi, l’essere vintage o assolutamente contemporanee, e che hanno dato voce a grandi – immancabili – big, payoff, nuovi tormentoni e atmosfere indimenticabili.

Coca-Cola: la strenna più famosa di tutti i tempi.

Correvano gli anni ‘80: a fianco dell’albero, una TV accesa. Chi si ricorda qual era lo spot , termine più azzeccato per l’epoca, che segnava il periodo natalizio? Sicuramente la mitica strenna di Natale Coca-Cola, antesignana di tutte le advertising successive con il grande camion rosso. Un coro diventato famoso in tutta Italia, tradotto dalla versione americana – The Christmas Hilltop Commercial – dove veniva lanciato un messaggio di vicinanza e di amore. Conoscete la versione inglese? Ve la proponiamo qui!

Spazio per le emozioni: Macallan

Malinconico, romantico e vagamente mélo , lo spot del Whisky Macallan, datato 1990, vedeva protagonista una piccola bottiglia vuota, che si struggeva per amore del Whisky contenuto nella grande botte, che non era mai pronto per lei (o, almeno, per i successivi 7 anni. Quando si dice “la pazienza”).
Uno spot, questo, non propriamente a tema natalizio, che vedeva un’intensificazione della sua trasmissione in questa parte dell’anno, complici regali e cenoni, che ha commosso intere generazioni. Il payoff finale? Semplice, ma efficace, breve e acuto, una chiosa perfetta del messaggio video: “l’arte di saper aspettare”.

Apple: la storia si ripete, anche nel 2017

Le emozioni e la spettacolarità sono di casa, in Apple. Ogni anno, infatti, si ripete la tradizione video, e il 2017 non è da meno. I colossi della Silicon Valley hanno creato un vero e proprio cortometraggio, dal titolo “Sway”, e dal tema sognante e raffinato. Neve, paesaggio urbano notturno, un incontro a passo di danza. Non vogliamo svelarvi il plot di questo mini film, assolutamente da vedere: concentriamoci sul claim finale, che è “ move someone this holiday ”, con un gioco di parole davvero notevole. “ Move ”, infatti, significa sia “spostare” che “commuovere”. E, una volta visto questo video, ne capirete il perché.

E oggi, in Italia?

In Italia, si sa, siamo fan dell’ADV natalizio legato alle leccornie del periodo, come panettoni e co. (vi ricordate il tormentone Tartufon Motta? O il Santa Claus in crisi dei Krumiri Bistefani con il mitico claim “E chi sono io, Babbo Natale?” ?). Ebbene, questo Natale, invece, una sorpresa ce la dà Buondì, che colpirà ancora newsfeed social e media planning televisivi, senza asteroide ma con un videoclip, una sorta di campagna sociale anti esclusione del candito, classico intramontabile del panettone, in chiave ironica, e molto orientata sul linguaggio della generazione Z, che oggi domina i social. Saatchi&Saatchi colpisce ancora!

Che siate tradizionalisti, amanti del Natale più autentico, o Grinch e basta, speriamo che questo post vi abbia saputo riportare a quelle emozioni che anche la pubblicità sa regalarci, con storie, immagini e parole che sono entrati a pieno titolo nel mito.

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La pubblicità ai tempi del web

21 Marzo 2012

Mike, il fondatore di DollarShaveClub, è il protagonista di questo spot creato appositamente per il web e che sta diventando velocemente virale. Il video è divertente e vagamente nonsense, come molti dei video virali di Youtube (tra cui “A Twitter il futuro sei tu” e Mai dire No al Panda) e sta creando parecchio “buzz“. Il Video di DollarShaveClub ha 3,653,730 visualizzazioni e 36,012 Voti positivi. Anche il sito internet ha avuto il pieno di visite grazie a questo video, il grafico di Alexa.com ci da un quadro della situazione

 

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Open Journalism – The Guardian e i tre porcellini

7 Marzo 2012

Per promuovere la sua iniziativa di “open journalism”, il giornale “The Guardian” si è reimmaginato la storia dei Tre Piccoli Porcellini come una news che ha bisogno di una vasta copertura mediatica e di contesto sociale.
Un’idea di marketing niente male, non trovate?

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