• Home
  • Works
  • Destinations
    • servizi digital
    • grafica
  • Travellers
  • Journal
  • Contacts
  • Skip to main content
Flyingminds

Flyingminds

Agenzia di comunicazione

Creatività

Fellini e la pubblicità: fuori dagli schemi, dentro al mondo dei sogni

14 Novembre 2018

Atmosfere sognanti, musiche accennate, rumori di sottofondo e, in un caso particolare, volti conosciuti del grande schermo e della TV: così, Federico Fellini ha fatto della pubblicità una piccola parentesi nel suo grande amore verso l’arte visiva e la pellicola. E lo ha fatto soprattutto attraverso un immaginario particolareggiato, che si discosta molto da quello “solito” dell’advertising video. Infatti, il leitmotiv degli spot felliniani è dettato dal non concentrarsi minimamente né sul target a cui è diretta la campagna, né su quelli che sono i codici comunicativi più diffusi – tra copy accattivanti, payoff e media planning per il broadcasting -. Per Barilla, Campari e Banca d’Italia, Federico Fellini ha usato la sua più fervida immaginazione, donando al grande pubblico un’ultima impressione su quello che “era il suo” cinema: infatti, proprio gli spot televisivi sono stati tra le ultime attività del regista riminese.

Fellini per Barilla

Un menù ristorante articolato, quasi fantascientifico, pronunciato da uno zelante maître di sala. Ma, la signora protagonista, uscita dritta dritta dall’immaginario femminile del maestro riminese, si rivolge a loro – e al suo amato commensale –  risponde “Rigatoni”. Ovviamente, Barilla. E con tanto di “r” moscia.
Nasce così il primo spot firmato Fellini per il brand più noto al mondo di produzione di pasta, ormai multinazionale: correva l’anno 1984, e il titolo era “Alta società”, per uno spot così ordito di echi cari al cinema e che ben si accostano al prodotto pubblicizzato, a pochi anni di distanza dall’avvento del payoff più mainstream “dove c’è Barilla c’è casa”.

Fellini per Campari

Fortunato Depero, Marcello Dudovich, Leonetto Cappiello sono stati – oltre che grandi nomi della pubblicità italiana, legati alla grafica delle affissioni nel consueto stile mélo – i co-autori di questo spot del 1984, affiancando Federico Fellini nella realizzazione della réclame televisiva di uno degli aperitivi storici del nostro paese.
La trama: una ragazza annoiata continua a cambiare, con un telecomando, ciò che vede dal finestrino del treno durante il viaggio. Ed è il magico viaggiatore seduto di fronte a lei, quasi come un genio della lampada, a presentarle differenti scenari. La viaggiatrice deciderà di soffermarsi su Piazza dei Miracoli di Pisa, dove la celeberrima bottiglia rossa appare davanti al Battistero. E la conclusione, nel payoff: “Campari: più di un capolavoro, un miracolo.”

Non solo food and drink: il trittico per la Banca di Roma

Una serie di tre spot, molto oscuri e decisamente criptici nel significato, che rappresentano anche una delle ultime azioni artistiche di Fellini, e dove il protagonista è il genovese Paolo Villaggio. Prendiamo, per esempio, il primo spot trasmesso, in ordine cronologico, che è anche il più fantasioso e sereno del trittico: un’evocazione del cinema muto e, al tempo stesso, un incubo. Ritroviamo qui anche un paradigma dell’immaginario di Fellini: una bellissima ragazza bionda – Anna Falchi – come la Ekberg di “La Dolce Vita”, che tortura il povero protagonista, mettendone a repentaglio la vita.
Ma solo alla fine, si scoprirà che il protagonista, Villaggio, è in seduta analitica, e confessa a uno psicologo le sue più grandi paure, sotto forma di sogno: il dottore, quindi, gli consiglia di rivolgersi alla Banca, la quale non eroga solo servizi finanziari. Infatti, prima di ogni altra cosa, dona tranquillità.

Spot e comunicazione riuscita? Forse no. Infatti, gli spot diretti da Fellini non sono rimasti nell’immaginario comune dello spot. Basti pensare che Barilla ha decretato il suo successo mediatico e delle sue campagne di comunicazione anni dopo il lavoro del Maestro. Ma, come sappiamo, il mondo dell’advertising è fatto di anche evocazione, magia, orizzonti altri: e, sicuramente, Fellini ha saputo dipingerli, pur riducendo all’essenziale i codici e gli strumenti comunicativi più canonici del mondo pubblicitario.

Articoli recenti

  • Assistenti vocali, fra multitasking e SEO vocale
  • Spotify, la musica è cambiata
  • Treccani e i meme: divulgare cultura al tempo dei social
  • I social di Treccani e la cultura dei meme
  • TikTok: come funziona l’app che fa “tremare” Instagram
  • Bill Bernbach: una rivoluzione creativa che ha ancora tanto da insegnare
  • Immagini, advertising, responsabilità: gli errori imperdonabili delle maison di moda
  • Think Sustainably ed Ecosia: quando la tecnologia è amica dell’ambiente
  • Facebook e il cattivo rapporto degli algoritmi con il nudo artistico
  • Siks Adv firma #sempreconte, la nuova campagna abbonamenti U.C. Sampdoria

Filed Under: Advertising, Campagne Marketing, Creatività

Food: un cambiamento delle necessità, visto con gli occhi dell’ADV

5 Novembre 2018

Il cibo è l’eccellenza made in Italy, e la sua comunicazione gioca una parte fondamentale nel suo successo, nella sua diffusione, nel suo essere dipinto come non più una necessità, ma un desiderio. E proprio per questa sua efficacia, il piglio dell’advertising a tema food è profondamente cambiato negli anni, plasmandosi ai gusti, ai cambiamenti e ai consumi.
Se oggi il cibo è quasi scomparso dalla TV, negli anni ‘60 e ‘70, con il famoso Carosello, i prodotti delle aziende alimentari italiane sono stati i veri protagonisti, soggetti ultra-raffigurati, della pubblicità: perché l’advertising e il cibo sono sempre andati a braccetto, in un lungo percorso che è arrivato fino a noi, oggi. Partiamo insieme per questo viaggio!

ADV… Vintage

Il linguaggio più vintage si rifà al periodo precedente l’avvento della televisione: campagne prettamente figurative e stampate, che ci parlano di Cynar, Plasmon, Buitoni, Motta. Una giostra di prodotti in un immaginario cartellonistico, grafico, la combinazione perfetta tra lettering e disegno. Un timido accenno di payoff, come il notorio “Contro il logorio della vita moderna”, che oggi ci strappa un sorriso, mentre riguardiamo – probabilmente- una qualsiasi di queste affissioni in un locale contemporaneo. Siamo oltre ciò che in gergo si chiama “ricordo pubblicitario” o “ad recall”!

E, tutto questo, fino all’avvento del Carosello, dove ciò che veniva evidenziato, nelle epoche più lontane rispetto a noi, erano le caratteristiche proprie di ogni bene presentato: senza troppi fronzoli, con jingle minimali e volti famosi dai modi garbati. La leva veniva posta sul gusto, sulle proprietà nutritive e, con un primo accenno, sulla celebrità del brand promotore.

I bisogni che cambiano, con gli anni ‘80

Il gattino Barilla, il Mulino Bianco, gli anni ‘80 e l’abbondanza sulle tavole che si è manifestata anche grazie alla pubblicità. Il connubio televisione-cibo ha trovato così il legame perfetto, attiguo, con gli anni ‘60, in un’evoluzione di réclame: “Ambrogio”, “Io non ho mai provato Hurrà”, “Silenzio, parla Agnesi” e tanti altri tormentoni hanno avuto, da un punto di vista prettamente di marketing, il compito di evidenziare bontà, unicità e tante altre caratteristiche – quasi mai legate alle necessità alimentari – di questi prodotti, tra i primi accenni di storytelling, proprio come la campagna pubblicitaria Barilla dove protagonisti sono una bambina, un gattino e una mamma preoccupata, per un plot che è rimasto soggetto del brand fino alla metà degli anni ‘90, con la sinfonia firmata da Piovani e dove il prodotto racconta una storia quotidiana, associandosi a ciò che è “focolare”, grazie  all’intramontabile payoff “Dove c’è Barilla c’è casa” e che appare solo tra gli ultimi fotogrammi, tuffandosi nella pentola dell’acqua bollente.

E così è stato anche per la signora in giallo dei Ferrero Rocher, che si concede un piccolo grande lusso, che “non è fame, ma è più voglia di qualcosa di buono”. Battute che rimangono scolpite nella mente degli italiani perché, a tutti gli effetti, evocano, ricalcano le migliori forme di copywriting, arrivando dritte nei carrelli della spesa.

Il presente

Oggi, proprio come negli anni ‘80, l’advertising food italiano viene trattato con brevi clip dove persone reali parlano dei loro desideri, dei loro bisogni. E dove, sempre più spesso, spogliandosi di questo retaggio anni ‘90, sono i cibi stessi a parlare per soddisfare i bisogni. Ne è un esempio Grancereale Mulino Bianco, o per Crema di Yogurt Müller: perché la pubblicità, oggi, racconta necessità che diventano una storia. Certo, i payoff sono sempre meno memorabili, ma la qualità dell’immagine – particolareggiata, pop, vivida – rendono ogni prodotto speciale per l’ad audience, che ritrova in uno spot una reale esperienza. Un po’ come la storia del Cornetto, di cui abbiamo parlato durante questa caldissima estate 2018 che sembra quasi non voler finire.

Articoli recenti

  • Assistenti vocali, fra multitasking e SEO vocale
  • Spotify, la musica è cambiata
  • Treccani e i meme: divulgare cultura al tempo dei social
  • I social di Treccani e la cultura dei meme
  • TikTok: come funziona l’app che fa “tremare” Instagram
  • Bill Bernbach: una rivoluzione creativa che ha ancora tanto da insegnare
  • Immagini, advertising, responsabilità: gli errori imperdonabili delle maison di moda
  • Think Sustainably ed Ecosia: quando la tecnologia è amica dell’ambiente
  • Facebook e il cattivo rapporto degli algoritmi con il nudo artistico
  • Siks Adv firma #sempreconte, la nuova campagna abbonamenti U.C. Sampdoria

Filed Under: Advertising, Campagne Marketing, Creatività

Halloween: le migliori ADV per un brivido made in USA

31 Ottobre 2018

Cosa succede oltreoceano, per quanto riguarda la connessione tra mondo advertising e Halloween? Se in Italia, infatti, radio, TV, Facebook e campagne stampa ritraggono per lo più dolci e costumi per i più piccini, il trend risulta notevolmente diverso per quanto riguarda i paesi anglosassoni, patria di questa festa da incubo. E così, animati dalla curiosità, abbiamo voluto fare una piccola ricerca in merito: eccovi, quindi, una carrellata, tra TV e YouTube, degli spot e video Halloween più belli, a nostro avviso, degli ultimi 10 anni. E, che amiate o no questa nuova ondata culturale, siamo sicuri che apprezzerete questo spettacolo da brivido! A chi andrà il premio alla maschera più spaventosa?

Il re degli snack d’oltreoceano: Sneakers e Halloween

Snickers ha creato una Halloween sensation totale con il terrificante spot “Grocery Store Lady”. Un personaggio davvero inquietante, quello della signora con bambino minuscolo al seguito, che ha tenuto incollati davanti a monitor e TV una quantità incredibile di spettatori: l’annuncio ha infatti superato le 2 milioni di visualizzazioni su YouTube. Cosa non si farebbe per il proprio snack preferito!

Booking.com: non solo dolcetti

Halloween, negli USA, non è esattamente il momento più popolare per viaggiare: generalmente, questa festa viene celebrata tra le mura di casa, e tra le strade del proprio quartiere. Ma Booking.com è riuscito a pensare a un modo per cambiare questa credenza: e, con questo spot raccapricciante, dal sapore “Blair witch project”, gli hotel infestati diventano una redemption niente male. Il brand, infatti, dedica lo spot a coloro che, in realtà, vorrebbero tanto un fantasma che gli sussurra all’orecchio durante la loro notte in una struttura fin troppo leisure.

Kmart: la catena di supermercati propone un “Halloween Challenge”

Questo video è stato definito negli USA come uno dei più cool della storia delle ADV a tema Halloween, proprio perché non ha necessariamente bisogno di far urlare di terrore gli spettatori per essere memorabile: Kmart ha infatti compreso come utilizzare la festa più attesa nel paese per battere un record mondiale, grazie al testimonial – il ballerino ultra noto negli Stati Uniti Monternez Rezell – e al maggior numero di cambi costume nell’arco di otto ore e in un unico annuncio.

Nike: corri e salva la tua vita!

Nike trova un equilibrio perfetto, attraverso questo spot, tra terrore e brand advertising. Il suo messaggio? Beh, certamente punta tutto sull’ineffabile: non puoi mai sapere quando Freddy Krueger potrebbe decidere di attaccarti nei boschi, ma tutto filerà liscio se indosserai le tue Nike.

E così, anche Halloween, come ogni festa che si rispetti, rappresenta per i brand mondiali più disparati l’occasione giusta per regalare alla propria audience la miglior esperienza di divertimento e di brivido, impattando così sul percepito dei propri prodotti. E noi, anche se non siamo anglosassoni, ci godiamo lo spettacolo – davvero memorabile – con voi!

Articoli recenti

  • Assistenti vocali, fra multitasking e SEO vocale
  • Spotify, la musica è cambiata
  • Treccani e i meme: divulgare cultura al tempo dei social
  • I social di Treccani e la cultura dei meme
  • TikTok: come funziona l’app che fa “tremare” Instagram
  • Bill Bernbach: una rivoluzione creativa che ha ancora tanto da insegnare
  • Immagini, advertising, responsabilità: gli errori imperdonabili delle maison di moda
  • Think Sustainably ed Ecosia: quando la tecnologia è amica dell’ambiente
  • Facebook e il cattivo rapporto degli algoritmi con il nudo artistico
  • Siks Adv firma #sempreconte, la nuova campagna abbonamenti U.C. Sampdoria

Filed Under: Advertising, Campagne Marketing, Creatività

Gigi Ghirotti Onlus si racconta: la mostra al Municipio di Sestri Ponente

27 Settembre 2018

Sembra ieri, e invece è già passato un anno. L’autunno, in Siks ADV, si riapre con l’appuntamento della Gigi Ghirotti Onlus di Genova, e con la solidarietà verso questa associazione a cui abbiamo regalato un po’ del nostro cuore.
Infatti, proprio il 28 settembre parte la mostra fotografica “Passione, cura, amore”: un momento vivo, toccante, al contempo pieno di forza, un racconto per immagini della vita e della quotidianità della Onlus che dal 1984 opera, con i suoi volontari, per alleviare il dolore nei malati oncologici e SLA.

Il nostro contributo, come Siks ADV, è stato dato creando i manifesti, curando il flyer, così come il progetto grafico: proprio come 365 giorni fa, ci siamo dedicati alla realizzazione del layout dell’esibizione, curando la suddivisione delle immagini per tematiche, il posizionamento delle foto e delle loro didascalie.
Gli eventi della Gigi Ghirotti Onlus sono sempre un momento intenso, profondamente umano, in grado di rispecchiare perfettamente l’operato che l’associazione porta avanti nel quotidiano della nostra Genova e della regione Liguria: tutti questi elementi hanno portato alla scelta, nuovamente, del colore blu e delle sue sfumature come elemento portante delle grafiche. Una nuance, questa, che è sì vicina all’ambiente in cui l’associazione opera, ma che è anche in grado di rappresentare e comunicare serenità, positività, caratteristiche e qualità che appartengono profondamente a operatori e ai volontari.
E così, anche il titolo della mostra diventa un elemento di racconto: una didascalia del mood con cui l’associazione porta avanti quotidianamente la sua missione:  con “passione, cura, amore”.

Perché la Gigi Ghirotti è al fianco di chi combatte, ed è portatrice di un messaggio estremamente positivo, che veicola attraverso gli eventi e le tantissime iniziative che portano avanti con un continuo fermento, tra concorsi di poesia, teatro, e feste della solidarietà a cui è bellissimo prendere parte. E noi vi suggeriamo di non perdervele: potete trovare il programma delle iniziative a questo link http://www.gigighirotti.it/eventi/programma . La mostra fotografica, invece, si terrà a partire dal 28 settembre: la sua casa, per questa edizione 2018, sarà il Municipio di Sestri Ponente, in Via Sestri 34, al primo piano, nella nostra splendida città.

Articoli recenti

  • Assistenti vocali, fra multitasking e SEO vocale
  • Spotify, la musica è cambiata
  • Treccani e i meme: divulgare cultura al tempo dei social
  • I social di Treccani e la cultura dei meme
  • TikTok: come funziona l’app che fa “tremare” Instagram
  • Bill Bernbach: una rivoluzione creativa che ha ancora tanto da insegnare
  • Immagini, advertising, responsabilità: gli errori imperdonabili delle maison di moda
  • Think Sustainably ed Ecosia: quando la tecnologia è amica dell’ambiente
  • Facebook e il cattivo rapporto degli algoritmi con il nudo artistico
  • Siks Adv firma #sempreconte, la nuova campagna abbonamenti U.C. Sampdoria

Filed Under: Creatività, Graphic Design, Realizzati da Siks

Raymond Carver: la scrittura, fondamento di ogni copy

27 Luglio 2018

Settimane concentrate, parlando di ADV, gestendo progetti di comunicazione multicanale, lavorando in maniera pratica sui siti web e la programmazione.
Ma le vacanze sono sempre più vicine, e il pensiero scivola dolcemente verso argomenti più rilassati, creativi, quasi morbidi.
La letteratura, per esempio.
E se vi dicessimo che la letteratura è una miniera di scrittori che, oltre a occuparsi di poemi e romanzi, hanno inconsapevolmente teorizzato una tipologia scrittura ideale da applicare anche nel copywriting?
Uno tra tutti: Raymond Carver, storico writer americano, splendido romanziere e grande conoscitore della parola. Proprio lui parla di scrittura persuasiva, efficace, applicabile al pensiero pubblicitario.
E oggi, allora, vorremmo approfondire la sua figura e i punti che sono direttamente fruibili nel copy, per apportare un nuovo slancio creativo alle nostre (e vostre) parole.

La storia di Carver: non solo uno scrittore

Nato nel lontano Oregon, nel 1938, ci ha lasciati nel 1988. Eppure, la sua carriera fulminea è stata luminosa e costellata di successi. Ma mai facile.
Raymond cresce in una famiglia umile, e così, sin da giovane, svolge tantissimi lavori – che lui non esita a definire “lavori di merda” – per potersi pagare il college di WallaWalla.
La moglie, che sposa a soli 17 anni, sarà sempre la sua grande forza, o almeno fino all’incontro con un’altra donna, l’ultima della sua vita. E sarà un vero colpo di fulmine anche l’incontro con Faulkner e Gordon Lish, oltre ai corsi di John Gardner, suo insegnante e mentore.
Nel 1960 è curatore di Selection, la rivista dell’Università di Chico, dove appare il mitico racconto  “Furious season“, ma la sua esistenza è un’altalena, tra successi e difficoltà – Carver non smetterà mai, a periodi, di fare lavori faticosi e più umili, fattore che ha influenzato profondamente la sua produzione e il suo stile di scrittura – matrice di romanzi splendidi: da “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore” a “La Cattedrale“, fino all’ultima opera “Il nuovo sentiero per la cascata“.
E, memorabile, tra tutte: “Il mestiere di scrivere“.

Il mestiere di scrivere: il testo da cui ogni copy parte

Il testo esce per la prima volta nel 1997, postumo, in Italia. Pagine che scorrono tra autobiografia e preziosi consigli, a volte dati in maniera inconsapevole, che riescono a tessere insieme una splendida tela, una guida per il lavoro di copywriting e, ancora prima, di scrittura nuda.
Esercizi di stile e di creatività, applicabili direttamente al proprio lavoro quotidiano: Carver si racconta e svela trucchi del mestiere che sono le fondamenta di ogni tipologia di scrittura, anche quella pubblicitaria. La dimostrazione? Sta in 5 regole fondamentali.

Il mestiere di scrivere: 5 regole da applicare al copy

  • Start with carpe diem

Cogliere l’attimo, sempre. Carver scoprì la rivista “Poetry” un giorno, mentre faceva il fattorino, a casa di un cliente. Aveva 18 anni. Impiegò ben 28 anni per inviare le sue poesie alla rivista che, nel frattempo, aveva rischiato di scomparire. Senza “Poetry” non ci sarebbe stato il Carver che conosciamo, forse. Non aspettare, metti nero su bianco la tua idea, e difendila anche davanti al più spietato dei project manager.

  • Words that matter: usare le parole più giuste

Scegli la parola evocativa. La parola che trasmette la giusta sensazione, e indirizza il lettore sulla strada più corretta: “terra” o “suolo”? Dipende da cosa vogliamo comunicare: la materia polverosa, la madre della vita, oppure la sua connotazione più scientifica? A noi la scelta.

  • Endless editing: non si finisce mai di editare

Un concetto che Carver imparò da Gardner, il suo mentore: chi scrive scopre cosa vuole veramente trasmettere attraverso la rilettura e la modifica del suo lavoro. Un percorso di affinatura e, al contempo, di conoscenza intima con le proprie trasmissioni su carta (o desktop).

  • Puntare alla punteggiatura

Distogli, coinvolgi, attrai: la punteggiatura, secondo Carver nel “Mestiere di scrivere” è un valore costante che permette di modulare ciò che vogliamo dire. Usarla con consapevolezza è fondamentale, per coordinare e subordinare, ma anche per colorare e dare un ordine gerarchico ai concetti.

  • Non barare

Trucchetti ed espedienti per ottenere click attraverso un titolo: è la (a volte cattiva) prassi quotidiana. Carver sosteneva che i trucchi fossero noiosi per il lettore, condizionandone l’attenzione. E celano un pericolo: le parole e i sentimenti si rivelano poco sinceri quando l’autore scrive di cose che non conosce, di cui non è convinto. Nel copy, quindi, inserire quindi call to action senza averle comprese prima è un qualcosa di deleterio, che allontanerà l’interesse di chi ci sta leggendo.

E così, nei prossimi giorni di vacanza, per chi ancora non conoscesse questo superbo e sincero autore, portarlo in borsa con sé rappresenta certamente l’occasione per rientrare a settembre con un’ispirazione e una consapevolezza maggiore.

Arrivederci a settembre!

Articoli recenti

  • Assistenti vocali, fra multitasking e SEO vocale
  • Spotify, la musica è cambiata
  • Treccani e i meme: divulgare cultura al tempo dei social
  • I social di Treccani e la cultura dei meme
  • TikTok: come funziona l’app che fa “tremare” Instagram
  • Bill Bernbach: una rivoluzione creativa che ha ancora tanto da insegnare
  • Immagini, advertising, responsabilità: gli errori imperdonabili delle maison di moda
  • Think Sustainably ed Ecosia: quando la tecnologia è amica dell’ambiente
  • Facebook e il cattivo rapporto degli algoritmi con il nudo artistico
  • Siks Adv firma #sempreconte, la nuova campagna abbonamenti U.C. Sampdoria

Filed Under: Creatività

San Valentino: campagne ADV tutte da amare

14 Febbraio 2018

San Valentino ha bussato alle porte di Siks ADV, e noi l’abbiamo accolto, lasciando che la sua atmosfera permeasse l’agenzia. Già, proprio San Valentino, la festa degli innamorati, che si rivela, per brand e agenzie pubblicitarie, un’occasione golosa con cui celebrare la creatività – e l’amore verso di essa – attraverso immagini, concept, campagne e payoff. E noi di Siks, colpiti dal dardo, abbiamo selezionato i nostri cinque spot preferiti: originali, scardinanti, commoventi, d’antan e… contro gli epic fail.
Pronti a innamorarvi con noi?

L’amore ai tempi dei motori di ricerca: Google e “Parisian Love”, 2013

Google, nel 2013, ha creato questa campagna di video advertising davvero originale e che tiene conto della natura del motore di ricerca più utilizzato (e amato) al mondo, dal titolo Parisian Love: battute digitate a ritmo di accordi di pianoforte in minore, e un magico incontro tutto scritto nella tab di ricerca di Google. Mr. G. ha, evidentemente, un grande talento anche nel coltivare storie d’amore: come dice il titolo “Parisian Love”, che ci piace tradurre con “un amore parigino”, il colosso della Silicon Valley mostra il suo lato romantico, attraverso uno spot davvero molto semplice nella sua architettura e che detta, in un solo campo di digitazione, tutte le tappe di una storia d’amore. Un video essenziale, ma a cui non manca nulla per essere reputato uno tra i migliori spot – realizzato appositamente per il web – di San Valentino.
Dedicato agli amanti della semplicità.

Heineken: innamorati, assetati, esagerati. “The date”, 2011

Tanta azione, e tanto ritmo: Heineken, prodotto che per lo più si rivolge a un target verosimilmente maschile, nel 2011 ha ideato lo spot The date, dedicato al giorno degli innamorati, con un pizzico di swing per farsi ricordare nei lustri a venire. Uno spot decisamente ad alto budget, che mescola mood da film campione di incassi, con riferimenti d’azione a Tarantino e a Bollywood: commissionato dal Global Manager Heineken, Sandrine Huijgen, e supportato da una forte campagna social, lo spot ha visto una programmazione televisiva europea che è andata ben oltre il periodo degli innamorati. Una trama semplice, ma spettacolare: lui, che oltre a inseguire la sua amata, insegue anche la sua birra preferita. Uno spot barocco, ricco e davvero a effetto.
Dedicato a chi non ama starsene con le mani in mano.

Nostrano romanticismo d’antan. Baci Perugina, 1974

Baci Perugina, nel 1974, ancora ai tempi del Carosello, lancia uno spot pubblicitario innovativo, e che strizza l’occhio alla Nouvelle Vague: non propriamente ideato per la festività degli innamorati, ecco un cortometraggio dove, attraverso un continuo incrociarsi di primi piani cinematografici, prende piede l’incipit di una storia d’amore. Tra una folla di amici, lui e lei si conoscono. Nessuna dichiarazione plateale, tanti sguardi e forse qualche dubbio. Ma l’amore viene presto suggellato sul leitmotiv “I baci – lo sapevi? – Sono parole“, payoff poetico che non riesce, comunque, a mettere in secondo piano la gigantesca scatola di cioccolatini protagonista del finale. Un apostrofo decisamente romantico questo, che precede l’advertising di brand degli anni ’80, così vivido, rumoroso, e decisamente meno valentiniano.
Dedicato ai nostalgici e ai mélo dei tempi che furono.

Pandora: come risollevarsi – con leggerezza – dal clamore dell’epic fail.

Non dimentichiamoci del brand jewelry italiano più amato nel mondo, reduce da un epic fail abbastanza chiacchierato: Pandora, in vista di questo San Valentino targato 2018, ha lanciato una collezione di gioielli tutta nuova, venduta in esclusivi concept store. Ma, ovviamente, a un nuovo prodotto sul mercato, il brand ha corrisposto una ricca campagna pubblicitaria, in collaborazione con l’agenzia McCann, che comprende una programmazione televisiva – in onda dal 4 al 10 febbraio con la versione condensed dello spot -, stampa, radio e digital, e che sembra voler parlare a un pubblico decisamente internazionale. Lei, bellissima e giovane, attende con trepidazione la sorpresa del suo lui. Riflette: “forse non è un tipo romantico, ciò che mi importa è che lui ci sia”. E, tra peluches giganti, bouquet circensi, carrozze con cavalli bianchi, quel “lui” arriva. E la porta in una lavanderia a gettoni. Ma l’epic fail è scongiurato da un lieto fine.
Dedicato a chi ama il web, e si sente ricambiato.

Quel lato romantico di Vodafone UK: “The kiss”, 2013

Concludiamo con una massiccia dose di romanticismo, e con qualche lacrimuccia (non troppo) velata: Vodafone, nel 2013, lancia in Inghilterra una campagna –  a cura dell’agenzia Grey London – davvero toccante e profonda, il cui nome è “Sealed with a kiss”, promossa sui social, con affissioni e, soprattutto, dal video per web e TV “The kiss”. Una carrellata di immagini che ripercorre le tappe di una vita insieme, tutte accompagnate dal sigillo del bacio. E, a chiudere la cornice di questo spot dal plot davvero semplice, come l’amore sa essere alle volte, e dove i primi piani si susseguono serrati, è il payoff “Good things should last forever“: “Le cose belle dovrebbero durare per sempre”. Un memento forte, che imprime una vena dolcemente malinconica a questo spot della più grande compagnia telefonica europea.
Dedicato ai temerari che non hanno paura di sciogliersi in lacrime.

Uno spot, un carattere preciso, un target da conquistare, e un messaggio da lanciare. San Valentino, nella pubblicità, sa scoccare dardi davvero accuminati, per colpire occhi, cervello, ma soprattutto il cuore, anche di quelli che sono più restii alle mille tentazioni della festa degli innamorati.

Articoli recenti

  • Assistenti vocali, fra multitasking e SEO vocale
  • Spotify, la musica è cambiata
  • Treccani e i meme: divulgare cultura al tempo dei social
  • I social di Treccani e la cultura dei meme
  • TikTok: come funziona l’app che fa “tremare” Instagram

Filed Under: Advertising, Campagne Marketing, Creatività Tagged With: viral video

  • « Go to Previous Page
  • Page 1
  • Page 2
  • Page 3
  • Page 4
  • Page 5
  • Go to Next Page »

Copyright © 2025 Flyingminds Adv ·Via Giovanni Nizzola 2, 6900 Lugano (Ch) +41 919113517 · marketing@flyingminds.ch