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Flyingminds

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Agenzia di comunicazione

Facebook

Facebook e il nudo. Quando la censura è a regola… d’arte.

6 Settembre 2018

Scandalo al sole: l’estate social 2018 è stata contraddistinta da un momento non troppo nobile per il canale del pollice blu che, tra le migliaia di immagini di selfie marittimi, gambe abbronzate e aperitivi sulla spiaggia, ha preferito censurare i nudi di un noto museo europeo: si tratta dei quadri di Rubens, oggetto di una diatriba tra il museo che li ospita e Facebook, già noto per i suoi giudizi ben poco elastici nei confronti del nudo, compreso quello artistico. Peter De Wilde, CEO di Visit Flander –  l’ente turistico delle Fiandre, che ospita anche la House of Rubens – si è visto costretto a escludere la piattaforma di Zuckerberg dal media planning dei suoi canali: infatti, Facebook ha censurato completamente – grazie ai suoi “cleaners” e agli algoritmi che consentono l’identificazione dei contenuti per adulti – i nudi del maestro fiammingo. E la notizia, datata 28 luglio 2018, ha fatto il giro dei canali d’informazione.

I panni sporchi si lavano via video (virale):

Un approccio punitivo, questo, che in realtà “si estende al 20% delle opere fiamminghe presenti sul social” sostiene sempre De Wilde. Quindi, l’ente del turismo, ha deciso di dar vita a una strategica protesta via video e web, ironica e dissacrante, in cui i turisti e i visitatori della House of Rubens di Anversa vengono invitati ad allontanarsi dalle opere del pittore per «proteggersi dalla nudità» e dallo scandalo. Un esercito di guardiani della morale, vestiti come una squadra d’assalto, e sulle cui pettorine, dal blu inconfondibile del social californiano, si legge “fbi – social media inspector -”. I visitatori vengono interrogati sui loro account social. Chi ne possiede uno, viene automaticamente allontanato dall’opera dove compare un nudo. La risposta dei turisti ? Un’espressione ammutolita, tra l’incredulo e sconcerto!

La replica di Facebook

Il team Facebook ha risposto, probabilmente rosso d’imbarazzo nel viso, che sta «rivedendo il suo approccio sul nudo nella pittura per quanto riguarda la pubblicità sul social», continuando a ribadire che, ad ora, le regole del social filtrano i contenuti per adulti o «le nudità o altre attività sessualmente provocatorie». Un caso, questo, che ha suscitato ilarità e polemiche da parte della stampa europea e di tutti gli appassionati d’arte, ma non unico nel suo genere: infatti, già “La Liberté guidant le peuple” di Eugene Delacroix, era stata messa al bando dal social per via del seno nudo della Marianna, così sfacciatamente in primo piano; come le nudità nervose dell’austriaco Schiele, uscite dalle polemiche social, perché censurate – addirittura – dal comune di Londra.

Concediamoci una piccola licenza: quella per cui… la pruderie non è mai troppa. Se le modifiche all’algoritmo di Facebook, lanciato pochi mesi fa, hanno dato adito a polemiche tra social media manager ed esperti sempre del mondo social, questo censor beep del canale poco discriminante, non aiuteranno certo la sua reputazione tra i musei e le fondazioni che lavorano con l’arte e che, si stima, abbiamo un tasso di iscrizione al social di Zuckerberg pari all’89%.

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Filed Under: Facebook, Social Media

Chi ha paura del nuovo algoritmo di Facebook? Una piccola guida ai cambiamenti.

8 Febbraio 2018

Il 2018 del mondo digital è esploso con una notizia a orologeria, che ha lasciato perplessi molti social media manager, giornalisti e utenti del mondo social media: il cambiamento dell’algoritmo di Facebook. Il tutto nasce da un post-missiva di Mark Zuckerberg, datata 12 gennaio, che spiega nel dettaglio le ragioni di questo drastico cambiamento che afferisce, soprattutto, alle pagine aziendali, di cui vi riportiamo una piccola traduzione:

Una delle nostre principali aree di interesse per il 2018 è quella di assicurarsi che il tempo che trascorriamo su Facebook sia tempo ben speso. Abbiamo creato Facebook per aiutare le persone a rimanere in contatto, avvicinandoci alle persone che ci interessano. Ecco perché abbiamo sempre messo gli amici e la famiglia al centro dell’esperienza.
Ma recentemente abbiamo ricevuto dalla nostra community  feedback sul fatto che i contenuti pubblici – post di aziende, marchi e media – stanno disturbando i momenti personali che ci portano a connetterci di più l’uno con l’altro.
Video e altri contenuti pubblici sono esplosi su Facebook negli ultimi due anni. Dal momento che ci sono più contenuti pubblici che post di amici e familiari, sembrerebbe proprio che nel feed delle notizie si sia persa la cosa più importante che Facebook può fare: aiutarci a connetterci gli uni con gli altri. Ci sentiamo responsabili nel garantire che i nostri servizi non siano solo divertenti da usare, ma anche utili per il benessere delle persone. […] Sulla base di questo, stiamo apportando un cambiamento importante al modo con cui costruiamo Facebook: stiamo cambiando l’obiettivo che offriamo nostri clienti di pagine aziendali, concentrandoci nell’aiutarti a trovare contenuti pertinenti per avere interazioni sociali più significative.
Abbiamo iniziato ad apportare cambiamenti in questa direzione l’anno scorso, ma ci vorranno mesi perché questa novità si faccia strada attraverso tutti i nostri prodotti. Le prime modifiche che vedrai saranno nel feed delle notizie, dove puoi aspettarti di vedere di più dai tuoi amici, familiari e gruppi. Mentre lo implementiamo, vedrai meno contenuti pubblici come post di aziende, marchi e media. E il contenuto pubblico che vedi di più sarà considerato allo stesso livello, poiché dovrebbe incoraggiare interazioni significative tra le persone.

Così, molti non sanno più se odiare, accantonare o se invece riconsiderare il social blu sotto altri aspetti e orizzonti. L’annuncio del nuovo algoritmo poi, non è stato visto di buon occhio nemmeno dal mondo finanziari, portando a un calo del 4,4% del titolo Facebook in Borsa. Molto brevemente, potremmo dire che questo algoritmo porta però una ventata di aria nuova, facendo sì che venga data maggiore importanza ai contenuti degli amici. Ma il pericolo contenuti scadenti è dietro l’angolo: infatti, il nuovo algoritmo tenderebbe a privilegiare contenuti dello stesso genere,in linea con le idee dei gruppi a cui ognuno appartiene, a scapito di contenuti eterogenei, rendendo la strada più spianata alle tanto temute fake news.

Ma quali sono, in concreto, i cambiamenti che questo algoritmo porterà alle pagine? E agli utenti privati? Partiamo proprio da loro;

  • come abbiamo appena affermato, dando maggiore risalto ai contenuti degli amici, i contenuti affini alle opinioni circolano con maggiore forza fra persone appartenenti a uno stesso gruppo (di amici);
  • proprio per questo, il nuovo algoritmo dichiara guerra alle fake news, grazie alla possibilità di segnalarle, e dando la possibilità di bloccare i profili personali di chi condivide post falsi;
  • il social creato da Mark  Zuckerberg è stato interessato da una diminuzione di contenuti pubblici e di condivisione di post pubblici, mentre sono aumentati gli scambi conversazionali e privati, con un incremento massiccio dell’utilizzo del Messenger (tanto che, ora, le aziende avranno la possibilità di far apparire i propri annunci anche qui);
  • il nuovo Feed profilerà maggiormente gli utenti: il controllo su questi dà la possibilità al social di venire a conoscenza, e catalogare, like, appartenenze, gusti e passioni;
  • infine, l’algoritmo farà apparire, a ogni nuovo log in, notifiche su like e commenti, invogliando così gli utenti a collegarsi al social più spesso, grazie a un effetto che nasce dal sentirsi apprezzati dai nostri amici e follower.

E per le pagine? Verranno favoriti i contenuti che creeranno maggiore interazione, che sapranno suscitare conversazioni e commenti, video in diretta in primis, a scapito di video e contenuti considerati più anziani e meno coinvolgenti, come – per esempio – le tanto amate gif.

  • Look and feel: l’obiettivo dei social è quello di rendere, anche visivamente, il NewsFeed più scorrevole, leggibile, per un’esperienza utente migliorata, dove i post legati a pagine aziendali  vengano visualizzati in maniera minore, a meno che non siano sponsorizzati: la media? Un post aziendale ogni 20 post del newsfeed degli amici;
  • Un colpo, questo messo in atto dal nuovo algoritmo, che era già annunciato dal feed esplora, passato piuttosto inosservato: la cosiddetta reach organica delle pagine aziendali era già stata messa a dura prova qualche mese fa. Infatti, questo Feed Esplora lasciava che nella home si potessero leggere solo post degli amici e contenuti sponsorizzati, dopo il crollo delle visualizzazioni organiche, del traffico organico, e delle interazioni datato 2016;
  • Facebook non è mai stato uno strumento gratuito. O, per lo meno, non lo è più da diversi anni. Oggi, il socia che registra il maggior numero di utenti attivi al mondo, è anche uno dei più potenti mezzi di digital advertising. Per questo, risulta sempre più necessario, attivare una buona strategia di investimento per essere visibili come pagine aziendali, promuovendo contenuti che abbiano valore e qualità.

Nulla di nuovo sul fronte occidentale, quindi: investire in ADV, cosa già necessaria da qualche tempo, ora diventa un’esigenza vera e propria, da calibrare e da inserire tra i propri business plan per non arrestare la reach e la visibilità della propria pagina. Ma non c’è da disperare: con le giuste skills e la consulenza giusta, ecco che anche questo scoglio si potrà aggirare, per salpare verso mari più tranquilli.

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Filed Under: Advertising, Facebook, Siks News, Social Media

Video sul Web – Facebook vs Youtube

3 Febbraio 2015

Non vi è dubbio alcuno che i video sul web siano una risorsa molto importante per il web-marketing: i video coinvolgono. A questo punto resta da capire qual è il posto migliore per caricare i propri video. Cosa funziona meglio, Facebook e Youtube? E Vimeo dove si colloca in tutto questo? Parliamone un attimo.

Secondo un recente studio di SocialBakers Facebook, nella guerra tra player video, è quello che esce vittorioso. Il sorpasso di Facebook su Youtube c’è stato già a Novembre, ma è stato il mese di Dicembre ad aver davvero visto il trionfo di Facebook

In questo grafico ci sono alcune cose da considerare. La domanda da farsi è la seguente: perché i brand preferiscono caricare video su Facebook invece su Youtube? Come sappiamo Facebook ha un problema con la reach dei post delle pagine, i video però sono i contenuti che, secondo la nostra esperienza (e non solo), maggiormente raggiungono l’utente. Non stupisce quindi che le pagine, per raggiungere gli utenti con il loro messaggio, si affidino ai video. Che per altro funzionano molto bene con le inserzioni a pagamento.

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Filed Under: Facebook, Internet & New Media, News dal Web, Youtube Tagged With: social media marketing, video, web marketing

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