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Flyingminds

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Labubu mania: perché conquista il mondo e cosa ci insegna?

10 Settembre 2025

Una piccola anatomia di un fenomeno culturale

Sorriso spiazzante, orecchie appuntite e look irriverente. 
Labubu non è semplicemente un pupazzetto: è diventato un fenomeno globale, capace di far discutere, entusiasmare e persino dividere.
Nato nel 2015 dalla creatività di Kasing Lung, illustratore di Hong Kong cresciuto nei Paesi Bassi, Labubu mescola folklore nordico ed estetica contemporanea. Oggi è al centro di un business miliardario e di una passione che ha contagiato collezionisti, fan e celebrities in tutto il mondo.
Il successo, però, ha avuto anche conseguenze inaspettate: dalla domanda così alta da scatenare risse nei negozi fino al boom di contraffazioni, i famigerati Lafufu, che hanno costretto Pop Mart a correre ai ripari.

Ma cosa rende davvero irresistibile questo piccolo mostriciattolo?
Ecco 6 motivi che spiegano perché Labubu funziona e quali insegnamenti possiamo trarne.

1. Un design “creepy-cute” che cattura l’immaginazione

Labubu è tenero e inquietante allo stesso tempo. Con denti aguzzi e occhi dolci, unisce due emozioni opposte in un paradosso “risolvibile”: un pizzico di minaccia che alza l’attenzione e la dolcezza che la disinnesca. Questo mix genera una tensione piacevole – la classica sensazione da cute aggression (“è così carino che lo strizzerei”) – che tiene agganciato lo sguardo. In più, la sagoma semplice e i tratti esagerati lo rendono riconoscibile al volo nei feed e sugli accessori.

Il suo fascino nasce proprio dalla particolarità: non rassicura, non si uniforma, ma resta immediatamente riconoscibile. La diversità diventa il suo vero superpotere.

2. Pop Mart e la spinta globale

L’incontro con Pop Mart nel 2019 ha trasformato Labubu da personaggio di nicchia a fenomeno mondiale. Oltre alla distribuzione capillare, il leader globale dei collectible toys ha saputo creare un universo attorno al pupazzo, portandolo nei negozi specializzati, nelle fiere e soprattutto sui social.

La collaborazione ha reso Labubu un nome familiare: facilmente reperibile, ma mai banale, con il giusto equilibrio tra diffusione e desiderabilità.

3. Blind box, mistero e FOMO

Il meccanismo delle blind box è semplice: compri una scatola senza sapere quale personaggio troverai. Forse quello più comune, o forse una “secret” rarissima.
È un gioco che unisce fortuna, collezionismo e adrenalina. La scarsità delle edizioni e la presenza di varianti rare alimentano la FOMO (fear of missing out), spingendo i fan a inseguire continuamente la prossima uscita.

La sorpresa diventa parte integrante del prodotto: non compri solo un oggetto, ma l’esperienza del rischio e della scoperta.

4. Cultura pop, fandom e celebrity effect

Ad aprile 2024, una foto di Lisa delle Blackpink con un portachiavi Labubu ha acceso la miccia: il giocattolo è esploso sui social, diventando un oggetto del desiderio globale.

Quando un prodotto riesce a incrociare fandom, moda e celebrity culture, smette di essere un semplice acquisto e diventa un linguaggio condiviso.

5. Uno status symbol

Oggi Labubu è molto più di un giocattolo: è un fashion toy. Appenderlo alla borsa, tenerlo come portachiavi o mostrarlo nella propria collezione equivale a esibire un piccolo status symbol, simile a una sneaker limited edition o a un gadget esclusivo.

Oggetti così diventano monete sociali: dettagli che non servono solo a decorare, ma a comunicare appartenenza e gusto.

6. Arte, comunità e valori culturali

Al cuore di tutto c’è la visione di Kasing Lung. Con la serie The Monsters ha creato un universo di creature imperfette ma dal cuore gentile.
In un mondo saturo di immagini levigate, un brand che osa valorizzare stranezza e vulnerabilità non solo si distingue, ma costruisce legami emotivi profondi con la propria community.

Labubu funziona perché incarna lo spirito del nostro tempo: un design affascinante e ambivalente, il brivido del collezionismo, la spinta delle celebrity, la moda come linguaggio identitario e una narrazione artistica sincera. Un piccolo mostriciattolo che è riuscito a diventare un grande fenomeno culturale.

Forse è il momento di guardare alle tue idee più insolite: potrebbero essere il tuo Labubu. 

Contattaci!

Filed Under: Campagne Marketing, Programmazione Siti Web, Social Media

Le Golden Rules del Black Friday

25 Novembre 2024

Crea un evento di shopping unico

Il Black Friday è un’opportunità imperdibile per aumentare le vendite e attrarre nuovi clienti. Ma per sfruttarlo al massimo, è fondamentale seguire alcune regole d’oro. 

Eccone nove per creare un Black Friday di successo!

Gioca in anticipo.

Pianifica la tua strategia in anticipo, definendo sconti mirati e offerte esclusive. Usa i teaser sui social, invia newsletter pre-evento e crea aspettativa: è la chiave per attirare l’attenzione!

Vai dritto al punto, con creatività.

Le promozioni devono essere chiare e facilmente comprensibili, ma la comunicazione deve strizzare l’occhio al cliente con creatività. Usa headline incisive e descrizioni brevi, trasmettendo il punto di vista personale del tuo brand e sfruttando il Black Friday anche per rafforzare la brand awareness.

Integra i canali online e offline.

Se hai un negozio fisico, integra le vendite online con quelle in store. 

Offri la possibilità di ritirare gli acquisti online direttamente in negozio (click & collect) e incentiva la visita fisica con promozioni speciali. Il Black Friday è il momento perfetto per fare cross-selling tra i tuoi canali.

Crea un e-commerce a prova d’acquisto.

Migliora lo shopping del tuo e-commerce progettando esperienze personalizzate, con assistenza mirata tramite chatbot avanzati e l’utilizzo della realtà aumentata per visualizzare i prodotti come in un negozio fisico. Un’esperienza d’acquisto coinvolgente ridurrà i resi e aumenterà la soddisfazione del cliente.

Punta sul servizio clienti.

Durante il Black Friday, il servizio clienti può fare la differenza. Predisponi vantaggi extra come la spedizione gratuita o un’assistenza dedicata. I clienti apprezzeranno il supporto immediato e professionale.

Monitora e adatta le offerte.

Il Black Friday è frenetico e le preferenze dei clienti cambiano rapidamente. Tieni d’occhio le performance delle tue promozioni e adatta le offerte in tempo reale per sfruttare ogni opportunità.

Rendi il Black Friday un evento unico.

Crea dinamiche di gamification e offerte a tempo per stimolare l’urgenza e l’entusiasmo. Organizza eventi virtuali interattivi, come tour dei prodotti o dirette social per offrire un’esperienza immersiva e coinvolgente.

Sfrutta il post-Black Friday.

Il Cyber Monday e le offerte natalizie danno una grande opportunità per mantenere l’attenzione sul tuo brand anche dopo il Black Friday. Non lasciar svanire l’interesse subito dopo l’evento!

Dai un occhio di riguardo alla sostenibilità.

Le nuove generazioni sono sempre più consapevoli dell’impatto ambientale delle loro scelte di acquisto. Offrire soluzioni più sostenibili, anche in occasione del Black Friday, consente di rispondere a questa crescente domanda, garantendo un vantaggio competitivo e veicolando una visione a lungo termine del tuo brand.

Il Black Friday può quindi non solo aumentare le vendite, ma anche rafforzare la reputazione del tuo brand e fidelizzare i clienti. Fai in modo che ogni offerta rafforzi la relazione con i tuoi clienti!

Hai bisgongno di aiuto? Contattaci!

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UX Design, come mettere al centro l’utente

16 Luglio 2020

Su internet, qualche anno fa, girava una serie di meme che mostrava telecomandi fasciati con del nastro adesivo che lasciava scoperti solo i tasti fondamentali, ad esempio quelli per alzare e abbassare il volume o per andare avanti o indietro nei canali.

Le didascalie, che variavano da “There Grandma, I fixed it” (“Tieni nonna, l’ho riparato”) a “Helping grandma with the controller” (“Aiutando la nonna con il telecomando”) ironizzavano sulla difficoltà degli anziani di utilizzare strumenti complessi, di natura più o meno tecnologica, a causa del grande numero di tasti e funzioni disponibili.


Ux Design come mettere al centro l’utente

Ebbene, pur nel suo intento scherzoso, questo tipo di meme costituisce un ottimo esempio per comprendere l’importanza dell’UX Design e i suoi principi fondamentali.

Cos’è l’UX Design?

L’User Experience Design (in breve UX Design o UXD) è l’insieme dei processi volti a migliorare l’esperienza di fruizione dell’utente.

Spesso se ne parla in riferimento alla Web Usability e alla User Interface (UI), ovvero all’interfaccia utente di siti internet e applicazioni, ma il concetto di UX Design si estende a qualunque ambito preveda uno scambio di prodotti e servizi. 
Don Norman, padre della disciplina, la definisce infatti come la summa degli aspetti emozionali, psicologici e fisici che si verificano prima, durante e dopo l’interazione dell’utente con un prodotto o un servizio.

UX Design: i principi fondamentali

Secondo i principi alla base dell’UX Design, il prodotto o servizio confezionato deve essere:

  • Utile, cioè rispondere perfettamente al suo scopo. 
Un telecomando deve permettere di cambiare canale, alzare il volume e via dicendo.
  • Usabile, ossia deve essere utilizzato senza difficoltà dall’utente a cui il prodotto è rivolto.

In poche parole, dobbiamo chiederci cosa vuole fare l’utente con l’oggetto o il servizio in questione e come può farlo nel modo più semplice e veloce possibile.

Questa dev’essere la nostra priorità, qualsiasi altra scelta passa in secondo piano.
Facciamo un esempio: un brand di gioielleria vuole utilizzare caratteri molto piccoli nel proprio sito, perché ritiene siano più eleganti. Il suo target, però, è composto prevalentemente da over 60, che potrebbero non riuscire a leggere bene quello che c’è scritto.

In questo caso, l’UX Design prevale sulla volontà del brand, che dovrà optare per caratteri più grandi o cercare un giusto compromesso. In fondo, l’UXD può essere considerato come l’anello mancante tra i bisogni dell’azienda e quelli dell’utente.
L’aspetto grafico-estetico deve essere in linea con l’immagine del brand e i suoi obiettivi, ma ai più astrusi virtuosismi è sempre meglio preferire l’immediatezza, l’intuitività, anche l’essenzialità. 
Anche se è banale ribadirlo, la semplicità paga sempre, soprattutto quando si entra in relazione con l’utente finale.

In questo senso, un telecomando fasciato con del nastro adesivo non sarà gradevole esteticamente per chi lo realizza, ma l’escamotage si rivela comunque efficace per l’utente finale, in questo caso la “nonna”.

Come siamo arrivati a questo risultato?

Naturalmente attraverso una profonda conoscenza dell’utente che ci ha portato ad empatizzare con lui, a comprendere le sue necessità e a prevedere la sua reazione, agendo di conseguenza nel confezionare un prodotto a lui rivolto. Per questo motivo, un buon UX Designer ha conoscenze basilari di sociologia, psicologia e scienze cognitive ed effettua minuziose ricerche (interviste dirette, test di utilizzo, etc) per comprendere fino in fondo il comportamento dei suoi utenti di riferimento.

UX Design: oltre l’usabilità

Abbandoniamo l’esempio del telecomando per addentrarci su un altro aspetto, che va oltre l’usabilità del prodotto o del servizio.

I consumatori hanno aspettative di tipo pragmatico, ma vogliono anche che l’esperienza d’uso sia piacevole.
 Quando si parla di “esperienza d’uso”, non si intende solo “usabilità”, ma un insieme di pratiche volte a gratificare l’utente, che non possono prescindere da nozioni di graphic design, di marketing e di branding.

L’UX Design si basa su un aspetto visivo che non deve essere solo semplice e immediato, ma anche gradevole e accattivante agli occhi dell’utente, a partire dal giusto utilizzo e accostamento di colori e forme. Questi accorgimenti stilistici, a loro volta, contribuiscono all’efficacia comunicativa e all’usabilità, chiudendo il cerchio: lo vediamo nei siti internet, con l’utilizzo di colori e gerarchie visive che guidano gli utenti nella navigazione.
Ma le emozioni degli utenti, i loro valori e le loro motivazioni hanno pari importanza rispetto all’efficienza, all’efficacia e alla minima soddisfazione oggettiva, le tre metriche tradizionali dell’usabilità. E quindi l’UX Design si basa anche sulla creazione di contenuti di valore per l’utente, che puntino sulla sua interazione e sulla sua fidelizzazione: la piattaforma di streaming Spotify è maestra, in questo.

In definitiva, l’UX Design mette insieme diverse discipline e diversi concetti, ma l’obiettivo rimane uno: mettere al centro l’utente.

Vuoi sapere come farlo? 
Contattaci!

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Sei pronto per il Mobilegeddon?

21 Aprile 2015

È arrivato il giorno che molti aspettavano da tempo. Oggi è il 21 Aprile. Da oggi avere un sito mobile-friendly è fattore di posizionamento.

Cosa significa in parole povere? Che i siti web che non sono responsive e che non hanno neanche una versione per smartphone perderanno posizioni nella ricerca. Questo cambiamento è legato alla ricerca da mobile, ma sono abbastanza certa che questi cambiamenti avranno un peso anche nella ricerca da desktop e da tablet. Di questa ultima novità avevamo parlato nel nostro ultimo post, ma il nostro prima post sull’importanza di un design mobile è del 2013. Già all’epoca Matt Cutts, capo dipartimento del Webspam team di Google, disse che era ora di pensare al design mobile. In questi anni ci sono stati diversi avvertimenti da parte di Google sull’argomento.

Pensare ad avere un design mobile-friendly (meglio ancora responsive) solo perché “lo dice Google” però dimostra una mentalità sbagliata. Il motivo per cui è necessario avere un sito che si legga bene anche da smartphone sono prima di tutto gli utenti. Uno studio di Audiweb aggiornato a Dicembre 2014 afferma che gli italiani che accedono ad internet da dispositivi mobile sono 17,3 milioni, quelli che accedono da computer sono invece 12,5. Sono dati che hanno un certo peso, siamo uno dei paesi che ha il più alto numero di possessori di smartphone, eppure in Italia sono troppi  i siti web che non sono pronti per il mobilegeddon.
E dire che è molto semplice

  • chi non ha un sito mobile-friendly sta già perdendo potenziali clienti, tutti quelli che navigano da smartphone
  • chi non ha un sito mobile-friendly sta già perdendo il suo posizionamento (utenti che entrano ed escono da un sito? Fattore che influisce il posizionamento. Tempo medio sul sito? Fattore che influisce sul posizionamento)

A questo punto quindi non ci sono più scuse. Ci vogliono siti adatti alla navigazione da smartphone. Te l’abbiamo detto più volte. Te lo chiedono i tuoi utenti. Te lo sta dicendo Google.

E tu? Sei pronto per il Mobilegeddon? Contattaci per il restyle responsive del tuo sito.

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Novità sul Posizionamento e sui Siti Mobile

19 Marzo 2015

Qualche settimana fa Google Webmaster Tools ha iniziato a comunicarci che alcuni dei siti web non erano ottimizzati per dispositivi mobile. Inoltre è ormai qualche mese che, navigando da smartphone e tablet, Google segnala ai suoi utenti quali sono i siti mobile friendly. Era già da tempo però che avevamo notato che Google sembrava prediligere tra i suoi primi risultati i siti web che hanno una versione mobile. Il 26 Febbraio scorso sul blog ufficiale di Google è apparso un annuncio che comunica che dal 21 Aprile 2015 avere un design adatto ai dispositivi mobile sarà considerato ufficialmente un fattore di ranking, questo significa che i siti che non sono ottimizzati per smartphone saranno penalizzati e perderanno posti di posizionamento rispetto ai loro concorrenti mobile friendly.

Sarà un processo che toccherà la ricerca mobile, ma che probabilmente avrà conseguenze anche per la ricerca da computer e tablet. La SEO è sempre più strettamente collegata all’User Experience ed è importante ricordare che ad oggi in Italia vengono effettuate molte più ricerche utilizzando lo smartphone che da computer. Le connessioni quotidiane da device mobile sono il 77% contro il 60% del PC. Avere quindi un sito responsive non serve solo per la diretta conseguenza del nuovo aggiornamento Google, ma per fare in modo di migliorare l’esperienza di navigazione dell’utente in arrivo da diversi dispositivi.

Approfondimenti

  • Google e i problemi di usabilità sui dispositivi mobile
  • Il 2015 secondo noi
  • Perché il tuo business ha bisogno di un sito responsive

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Perchè il tuo Business ha bisogno di un sito Responsive

24 Novembre 2014

Nel 2007 è stato presentato l’iPhone. In appena 7 anni gli smartphone sono diventati parte integrante delle nostre vite, rivoluzionando anche il nostro modo di lavorare. A questo punto avere un sito responsive non è più consigliato, è necessario.

Responsive: non solo mobile

Un sito web responsive non è semplicemente un sito per dispositivi mobile. Un sito web responsive è un sito che si adatta ad ogni schermo, in questo modo il sito sarà ottimizzato per ogni tipo di smartphone, per ogni tablet e per ogni schermo. Negli anni infatti non si è solo allargato l’utilizzo degli smartphone, ma sono arrivati i tablet e i nostri computer hanno schermi di varie grandezze, si parte dai 19′ e si arriva ai 27′, senza contare le Smart-tv con connessione al web. Un sito responsive va bene per tutto.

Si vendono più smartphone che computer

Ad oggi si vendono più smartphone che computer. Sempre più persone utilizzano lo smartphone per navigare su internet. Il Mobile Commerce è in crescita. È il caso di pensarci, no? È una questione di user experience. Il tuo sito è navigabile per gli user mobile? Se non lo è potresti star perdendo clienti e potenziali clienti per concorrenti che già hanno un sito responsive.

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