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Flyingminds

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Agenzia di comunicazione

Social Media

Fake influencers: la guerra su scala mondiale di Instagram

15 Gennaio 2019

Dura la vita da influencer, soprattutto se pianifichi di diventare uno di quelli veri, con un profilo che supera almeno i 15.000 follower.
Per questo, nel vasto mondo di Instagram, molti utenti hanno iniziato ad architettare qualche maldestro stratagemma. Perché passare da utente di livello medio a un “influencer” professionale (prestate molta attenzione a questa parola), e quindi in grado di avere grande ascendente sugli altri profili, per guadagnare revenue in prodotti o denaro, è davvero un compito ingrato. Così, tanti hanno adottato una nuova strategia: fake it, until you make it, come dicono gli americani. E da qui parte il fenomeno dei fake influencers: un fenomeno ormai diffuso anche in Italia e portato agli onori della cronaca da “The Atlantic”, webzine americana, che ha stilato una lista di profili e azioni fake.

“In the influencer world, it’s street cred,” said Brian Phanthao, a 19-year-old lifestyle influencer in San Diego who sees fake ads all over Instagram. “The more sponsors you have, the more credibility you have.” Ovvero: “‘Nel mondo degli influencer, è tutta questione di street credibility’, ha dichiarato Brian Phanthao, un influencer di 19 anni che vive a San Diego e che vede false ads  in ogni dove su Instagram. ‘Più sponsor hai, più credibilità hai’“.

Ed è proprio così: moltissimi influencer – o presunti tali – taggano e usano caption per i marchi che utilizzano nelle foto, indipendentemente dal fatto che gli oggetti del desiderio (abiti, saponi, profumi, vacanze, persino auto) siano stati acquistati, dati loro gratuitamente o facciano parte di una campagna pubblicitaria.  E questo perché per i “profani” della timeline è decisamente difficile, se non impossibile, dire se un influencer è realmente tale, al netto dei like, dei commenti e dei tag.

Le multinazionali che dicono “no”

La scorsa estate, precisamente il 18 giugno, durante il Festival della Pubblicità di Cannes, la multinazionale Unilever, colosso da oltre 60 miliardi di dollari di fatturato e proprietaria di brand come AXE, Dove, Cerruti, ha dichiarato che non verranno mai più accettate partnership con influencer i cui numeri siano falsificati con bot e app di terze parti. Guerra, questa, che coinvolge sia profili sconosciuti che insospettabili big, i quali, come rivela uno studio di Rolling Stones Italia, hanno “pompato” e continuano a pompare i propri profili i cui KPI iniziano a scricchiolare.

E Instagram non sta – di certo – a rimirar le stelle

“Starting today, we will begin removing inauthentic likes, follows and comments from accounts that use third-party apps to boost their popularity.” Così ha tuonato il social network in un blog post dello scorso 19 ottobre. Diktat, questo,  che si è rivelato più che attendibile: infatti, poche ore dopo, Instagram ha cominciato un’operazione di rimozione di mi piace, follower e commenti non reali e organici da una marea di account che utilizzano app esterne al social per aumentare la propria popolarità: insomma, a qualcuno piace reale. Attraverso questi nuovi strumenti di moderazione, la regia di Cupertino possiede ora modalità innovative per smascherare gli impostori che non hanno intenzione alcuna di attendere la crescita organica del proprio profilo.

Com’è avvenuto tutto questo? Attraverso una comunicazione: tanti nanoinfluencer – persone non famose con profili inferiori ai 1000 follower che tentano di ottenere prodotti in cambio di recensioni o fingono di aver ottenuto partnership di brand – hanno ricevuto un messaggio in-app che avverte la cancellazione di tutte le revenue social non veritiere. Insomma, “in prigione, senza passare dal via”. Giovanissimi e meno giovani: la corsa all’oro della conquista dei brand tramite social fa gola a tanti. Ma le misure di protezione attuate da brand e Instagram sono ormai inespugnabili: perché aziende e social vogliono vedere reali capacità professionali, una passione per il brand palpitante, e un duro lavoro dietro ogni pic. Un compito difficile, sì, ma potrebbe valerne la pena.

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Filed Under: Instagram, Social Media

I trend Instagram nel 2019, tra advertising ed ecommerce

12 Dicembre 2018

Instagram riuscirà a divenire il re del content marketing? Probabilmente sì. E non solo! Infatti, questo canale – che ha scalato le vette degli accessi, passando da 90 a 1000 milioni di utenti annuali nel giro di 10 anni – sta valicando le barriere del networking social e della semplice dimensione visual, divenendo uno degli strumenti più apprezzati per pubblicizzare e per dare un quid in più alla notorietà di brand e di personaggi pubblici. Una previsione, questa, che nel 2019 diventerà una certezza, grazie ad alcuni tool Instagram: dalla IGTV, al bottone shop con collegamento immediato all’e-commerce. Facciamo, quindi, un punto insieme!

2019: sarà l’anno dei micro-brand

Instagram favorisce il marketing di micro-marche, dalla sua nascita: nonostante l’evoluzione del social nel tempo, questo amore per i piccoli è rimasto immutato. E, per il 2019, vedremo pirotecniche esplosioni di piccole aziende e marchi sulla piattaforma: ricorda, quindi, per le tue strategie, di tenere assolutamente di conto Instagram.
Già: perché questo social non vira la sua comunicazione verso il mare magnum delle notizie, ma  favorisce l’interazione e la narrazione, divenendo così uno dei migliori canali di distribuzione dei contenuti per i micro-marchi.

IGTV: la novità 2018 diventerà big player

Annunciata e lanciato a giugno, IGTV è la nuova piattaforma video mobile per la riproduzione di video esclusivamente verticali: perfetto, quindi, per la produzione di contenuti che si rivolgono a un pubblico esclusivamente mobile.
Ma… c’è un motivo dietro a questa scelta “verticale”? Certamente: Instagram desidera incoraggiare le persone a creare contenuti video in maniera semplice e immediata, attraverso lo smartphone, senza compromettere qualità e messaggio, riallacciandosi, così, alle possibilità che il social mette a disposizione per i micro-brand.

Quante… stories!

Le stories sono ormai parte delle condivisioni quotidiane. Ebbene, questo sistema – nato proprio da Instagram e divenuto anche appannaggio di Facebook –  risulta essere uno strumento di comunicazione immediato, perfetto per utenti e per inserzionisti, grazie all’animo one shot e alla durata di solo 24 ore. Ma c’è di più: nel 2019 arriveranno gli annunci Stories, che permetteranno di inserire banner pubblicitari tra le storie.
E, affinché gli annunci possano portare alla conversione e ottenere un ottimo ROI, dovrebbero essere di prim’ordine in termini di contenuti e design, nonché in target con ciò che il pubblico vuole vedere, ascoltare o comprare.

Shopping, con un semplice pulsante

Al momento, Instagram non possiede ancora funzionalità e e-commerce native: ma molte funzionalità per lo shopping sono in via di sviluppo e, nel futuro più immediato, dovremo aspettarci sviluppi e grandi novità.
Intanto, però, possiamo annunciare che, nel 2019, sarà possibile visualizzare i post commerciali nelle stesse stories!
Questi post saranno infatti contrassegnati da una shopping bag come icona che apparirà su un angolo dello schermo: toccando l’icona, si potranno visualizzare i dettagli del prodotto e accedere alla pagina Instagram – interna all’applicazione – dove si possono vedere ancora più dettagli. Cliccando, infine, sul pulsante “acquista ora”, si aprirà una landing page che porterà alla sito Web del venditore.

Insomma, Instagram presenta davvero una carrellata di possibilità in vista di un 2019 all’insegna del content visual e video: ed è già tempo di fare nuovi propositi. Quale tra queste opportunità, quindi, fa per te?
Se vuoi seguici sul nostro canale Instagram!

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Filed Under: Instagram, Social Media

Gli eventi digital da non perdere nel 2019

5 Dicembre 2018

Agenda: un termine che deriva dal latino e indica le “cose da fare”. E, nell’ultimo mese del 2018, tutti ci prepariamo ad affrontare l’anno che verrà segnando buoni propositi e impegni nel nuovo taccuino – virtuale o cartaceo – che ci accompagnerà durante il 2019.
Non solo impegni e obiettivi: hai lasciato un po’ di spazio per la formazione? Se ti occupi di digital, sei un appassionato di tech o la tua professione si delinea tra task di social media e marketing, eccoti alcuni eventi imperdibili, ai quali non potrai mancare!

Pronto a prendere nota?

WMF – Web marketing  Festival

Si terrà nell’estate, il 20-21-22 giugno 2019, il festival omnicomprensivo del marketing internazionale, che durante gli scorsi anni ha registrato quasi 18.000 presenze. E, anche la prossima edizione, in quel di Rimini, rappresenterà l’occasione perfetta per parlare di digital e social. Il programma completo lo trovi a questo link: https://www.webmarketingfestival.it/

Mashable Social Media Day

L’edizione di quest’anno comprende anche i Digital Innovation Days of Italy, per un’edizione 2019 davvero completa per fare un punto significativo sul mondo digitale e social media, con tre giorni di formazione e interventi, oltre a case history di brand internazionali, tra cui Ogilvy e Armando Testa. La location? Milano. Quando? 17-18-19 ottobre 2019.
https://digitalinnovationdays.com/

Ecommerce HUB

Ti occupi di ecommerce e inbound marketing? Hai bisogno di formazione per quando riguarda i temi e i nuovi orizzonti dello shop online? L’evento Ecommerce HUB ti farà scoprire gli ultimi trend in tema, attraverso workshop e case history verticali, che analizzeranno tecnologie, comportamenti e tecniche per convertire. Ecommerce HUB si terrà a Salerno, il prossimo ottobre 2019.
www.ecommercehub.it

Search marketing connect

E ora, addentriamoci nel mondo SEO con tutti i suoi annessi e connessi: nel venturo mese di dicembre 2019, a Rimini si terrà il Search Marketing Connect: due giorni di formazione, altamente approfonditi, per veri addetti ai lavori, dove si parlerà di SEO, PCC e di tecniche Web Analytics per comprendere appieno dati e per articolare nuove strategie. Attenzione: parliamo di 2019, ma, in realtà, sei ancora in tempo a partecipare anche all’edizione 2018, che si terrà il 14 e 15 dicembre, sempre a Rimini. Per maggiori informazioni:
www.searchmarketingconnect.it

Advanced seo tools

Aprile, dolce dormire. In realtà, con questo evento dedicato alla SEO e ai migliori tool per lavorare con i sistemi di search engine optimiziation, tra interventi di speaker professionisti e già concretamente operativi nel mondo SEO, potrai avere una bella ricarica per comprendere a pieno i ferri del mestiere.
www.advancedseotool.it

Playcopy

Largo alla creatività: c’è spazio anche per i copy! Proprio a Modena, sempre nel mese di aprile 2019, si terrà PlayCopy, una giornata di workshop e interventi flash. Dai 30 ai 50 minuti, oltre a esercitazioni pratiche per approfondire le tecniche di scrittura persuasiva, creativa, per il web, il social e l’ADV. Non solo live, ma anche via web.
www.playcopy.com

E ora, segnate nella vostra agenda l’evento – o gli eventi – che più saranno utili alla vostra crescita professionale e creativa. Perché è dal confronto e dal networking che partono le idee e le spinte più energiche per affrontare, quotidianamente, il lavoro della comunicazione con competenza e fantasia.

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Filed Under: Internet & New Media, SEO, Social Media

Facebook e Instagram: gli Insights che migliorano la comunicazione

19 Novembre 2018

I social network, con il corso degli anni, sono diventati tra i più efficaci strumenti comunicativi per la promozione di brand, prodotti e personalità. E, appunto, proprio per l’importanza che questi veri e propri sistemi di push hanno assunto nel tempo, sono stati creati strumenti di misurazione delle performances facili e alla portata di tutti che svelano – come la cartina di tornasole – l’effetto che contenuti, post, immagini e video hanno sul pubblico; così come il pubblico interagisca con essi, con la finalità è quella di creare strategie circolari di comunicazione.

Ma come funzionano? Vediamolo insieme!

Facebook: Audience Insights

Usare gli Audience Insights: che sia una programmazione a livello advertising, oppure una pagina che ancora si alimenta di una crescita organica, i dati insight e audience insight (basati quindi sulle persone che interagiscono con le nostre pagine) sono essenziali.
E lo sono perché permettono di ottenere informazioni aggregate su ben tre tipologie di persone: quelle connesse alla tua pagina, con il famoso like, le persone presenti nel tuo pubblico personalizzato e le persone in generale su Facebook. Grazie infatti a questa suddivisione puoi creare contenuti interessanti, trovando un numero maggiore di persone in target a quelle che fanno già parte della tua audience.

Luci puntate, poi, sui dati demografici, che si suddividono per età e genere, livello di istruzione, titoli professionali, situazione sentimentale, lavoro, interessi e hobby delle persone.
Non solo però: anche le azioni vengono indicate. E, con azioni, si intendono informazioni di terzi sui prodotti relativi alle persone: un dato fondamentale per comprendere necessità e interessi potenziali ad acquisti, così come gli stili di vita e le celebrazioni: Audience Insights, infatti, combina i dati sulla situazione sentimentale, le dimensioni della famiglia, il luogo – di lavoro e di vita – fino al compleanno!
Per saperne di più, Facebook ha pubblicato la guida completa – e ufficiale – a  questo link!

Instagram

Anche Instagram utilizza una carrellata di strumenti di insights davvero ampie e variegate: perché anche su questo social, property Facebook da ormai tre anni,  la crescita dell’engagement è strettamente correlata proprio all’analisi dei dati.
Facebook Insights è uno strumento introdotto nel 2016 e nato con l’obiettivo di aiutare i profili aziendali a saperne di più sull’engagement dei contenuti. E, proprio come accade per il fratello maggiore Facebook, gli Instagram Insight ci dicono di più più circa le abitudini di follower e target, facendo il punto su quali possano essere poi i contenuti migliori da proporre per il target del brand.

La funzione Instagram Insight, però, non è disponibile per i singoli profili, ma viene messa a disposizione solo per profili aziendali. Non solo: è necessario il collegamento con una pagina Facebook. Un beneficio, questo, che permette però di incrociare i dati dei singoli social e creare sponsorizzazioni intersecate. Con Instagram Insight puoi fare un check su impression (il numero totale delle visualizzazioni); sulla copertura (il numero totale di visualizzazioni); il numero degli accessi unici fatti da chi ha visualizzato i tuoi post e stories, fino alle performance dei singoli contenuti.

E… le storie?

Entrambi i social danno la possibilità di creare le storie (contenuti temporanei visibili per 24 ore e che attingono a foto e video delle 24 ore precedenti, personalizzabili): come possiamo però visualizzare le performances delle stories?

Quindi, oltre a impression e copertura, le storie prevedono anche i seguenti parametri:

  • Forward: chi ha proseguito nel guardare la storia.
  • Back: “indietro”, il numero di tocchi nelle parti precedenti della storia; risposte e interazioni, fino alle uscite.
  • Risposte: il numero di risposte a questa foto o questo video nella tua storia.

Con questa piccola guida introduttiva, abbiamo voluto darti gli strumenti – essenziali – per misurare le revenue della tua presenza aziendale e di brand sui social network che danno maggiore risalto alle attività, ai prodotti e ai messaggi che si desiderano lanciare.

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Google+ chiude: ad agosto 2019 l’addio al social

15 Ottobre 2018

“Sono sempre i migliori che se ne vanno”. O forse no?
Google+, oggi, si ritrova nella stessa situazione in cui si ritrovò LinkedIn, quando nel 2016 in seguito a un attacco rese pubblici i dati di 117 milioni di iscritti, e come Facebook, nell’occhio del ciclone con lo scandalo Cambridge Analytica. La notizia, veicolata in primis dal Wall Street Journal, risale a pochi giorni fa – per la precisione al 7 ottobre – e sostiene che Google+ abbia esposto a rischi i dati di oltre 500.000 utenti privati per oltre 3 anni. La decisione, così, diventa inevitabile per il colosso dei motori di ricerca: il social di Mr. G chiuderà definitivamente i battenti durante la prossima estate.

Il motivo della chiusura di Google+

La motivazione? Sta in un bug: un bug di cui Google+ era già a conoscenza dalla scorsa primavera, ma che ha preferito tacere.
Infatti, proprio nel marzo 2018, mentre Facebook era sotto un controllo globale per via della raccolta di dati personali e a cui seguì lo scandalo Cambridge Analytica, Google ha scoperto uno scheletro, decisamente scomodo, nel suo armadio: un bug nell’API – application programming interface -, che ha dato ampio margine agli sviluppatori di app di terze parti di accedere ai dati non solo degli utenti che avevano concesso il permesso, ma anche a quelli dei loro amici.
Uno scandalo taciuto questo, ma dalla dinamica familiare, poiché riflette – quasi per filo e per segno – ciò che ha portato Mark Zuckerberg davanti al Congresso degli Stati Uniti.
E così, alle 4 del mattino del giorno 10 ottobre 2018, Google stava perdendo il 4,63% sulle sue azioni.

Google+, il social che non ha mai spiccato il volo

Nell’ultimo biennio, Google+ era diventato quasi uno sconosciuto. Dopo il boom del 2011, a seguito del quale sono stati scritti centinaia di libri in tutto il mondo, in molti riponevano le loro speranze di scalata dei motori di ricerca in questo social dall’icona rossa: perché, essendo prodotto Google, le promesse erano proprio quelle di migliorare il posizionamento e il ranking di articoli e siti.
Ma c’è stato un tempo in cui Google+ rappresentava un club esclusivo, con milioni di utenti Internet che chiedevano a gran voce di entrare. Proprio nel 2011, Google invitava privatamente i suoi iscritti Gmail ad accedere a questo nuovo social dalle grandi prestazioni: e così, solo nel 2014, Google+ contava oltre 2.800.000 iscritti, fornendo loro hangouts, webcam e possibilità di scambio file. Ma poi, Google, ha scoperto che socializzare online era più difficile di quanto sembrasse: e così, nei giorni scorsi, il gigante della Silicon Valley ha dichiarato che “nell’arco dei prossimi 10 mesi il social chiuderà. Il completamento è previsto per la fine di agosto 2019. Nei prossimi mesi, verranno fornite ai vecchi utenti informazioni aggiuntive sulle modalità in cui si possono scaricare e migrare i propri dati“.  E quello sarà un giorno triste, soprattutto per tutti quei SEO specialist che per anni hanno creduto in lui.

Una mossa, questa della chiusura di Google+, che mette in evidenza quella che è la sfida per tutti gli altri player del mondo social di competere con Facebook, la piattaforma social di maggior successo al mondo dalle continue implementazioni.

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Filed Under: News dal Web, Social Media

Facebook Watch è approdato in Italia!

21 Settembre 2018

A distanza di 20 giorni dal lancio, anche in Siks abbiamo deciso di parlare della buona novella nata in casa del gigante blu dei social: Facebook Watch, la nuova piattaforma video on demand.
Già, perché il colosso marchiato Zuckerberg non poteva certamente mancare nel grande mercato dei contenuti video, e dopo il grande successo di Netflix e delle altre decine di piattaforme che offrono sit-com, film, miniserie e altre deliziose amenità. Vediamo insieme come funziona.

Il mercato del video on-demand

La Pay-tv, ormai, sembra un vecchio ricordo: come sostiene, infatti, Corrierecomunicazioni, i ricavi delle piattaforme on-demand, come Amazon e Netflix, aumenteranno del 12% nella sola Europa occidentale, entro il 2021, viste anche le imminenti notizie in tema di sviluppo della rete, con il futuro lancio della rete 5G. Un background, questo, che Facebook non poteva certamente ignorare.

Come funzionerà Facebook Watch?

Il debutto della piattaforma risale allo scorso 30 agosto: un lancio che non è passato in sordina, preannunciato da un paio di anni, per un canale già attivo da un anno negli USA. Ora Watch è disponibile in tutto il mondo: e gli account attivi sono già due milioni.
L’ispirazione che sta alla base di questo nuovo canale è proprio YouTube: i video, infatti, vengono proposti sulla base alle preferenze di ogni utente. Come si esprimono, però, queste preferenze? Ovviamente attraverso il buon vecchio like, e in base alle interazioni con gli amici e i loro post. Non solo: proprio come succede con le notizie del feed, anche i video di Watch potranno essere salvati, per essere visti successivamente.

Per quanto riguarda la programmazione e la scelta del menù video, questa funzionerà come in tutte le piattaforme on demand di video: molti dei contenuti saranno realizzati appositamente per Watch! Alcuni degli show attualmente presenti sono Red Table Talk con Jada Pinkett Smith, e Huda Boss, trend particolarmente made in USA, già pronti per sfondare anche in Italia. Watch è disponibile su iOS e Android, sul web, ma non solo: lo trovi anche sulle TV Apple, Samsung, Amazon e Oculus.

Video Party: cosa sono?

Watch esprime con le sue funzionalità un primato: quello del coinvolgimento attivo dei follower e degli utenti grazie ai Video Party, in cui gli utenti possono commentare i contenuti durante la visione, interagendo con gli altri utenti che sono, in quel momento, collegati. Un po’ come succede con le dirette Facebook. Questi Video Party saranno attivi durante le prime visioni e gli eventi live, oppure in occasione di live e talk show. Insomma, il pubblico potrà così abbattere le barriere che da sempre hanno caratterizzato lo spettatore ante litteram, immergendosi in una realtà vivida, interattiva e basata sulla condivisione.

Restiamo in attesa, quindi, dei risultati: Watch è gratuito, e rappresenta una freschissima novità nel mondo social e interattivo. E tu? Hai già fatto il primo accesso? Noi non vediamo già l’ora di rimetterci sul divano, carichi di pop-corn e curiosità!

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